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Tatiana, ancora misteri. Perché aveva quel coltello in mano: aveva paura?

Pubblicato: 08/12/2025 10:19

Tatiana Tramacere, 27 anni, è finalmente tornata a casa dopo undici giorni di silenzio e angoscia. La giovane di Nardò è stata ritrovata in un’abitazione riconducibile all’amico Dragos Ioan Gheormescu, 30 anni, già coinvolto nelle indagini per istigazione al suicidio e sottoposto al sequestro del cellulare per accertamenti. La famiglia ha potuto riabbracciarla tra pianto e sollievo, ma il padre ha raccontato una scena che ha sollevato nuove domande: «È tornata smagrita, sofferente, non si reggeva in piedi. Si è chiusa nel silenzio, piange». Una condizione fisica difficile da conciliare con l’ipotesi dell’allontanamento volontario.

Tatiana aveva in mano un coltello quando è stata trovata, nascosta in una mansarda nella disponibilità di Dragos. Perché? Da chi pensava di doversi difendere? E perché non ha mai cercato aiuto, pur avendo – secondo gli inquirenti – possibilità di movimento?

Il legale di Dragos: «Nessun maltrattamento, nessun sequestro»

A fornire la prima linea difensiva è l’avvocato Angelo Greco, che parla di un quadro diverso da quello ipotizzato nelle prime ore: «Lo dice pure il padre nell’intervista: l’ha trovata malnutrita ma ha escluso maltrattamenti. È un’ipotesi mai emersa davanti agli inquirenti». Il legale sottolinea come Tatiana abbia confermato in ospedale la natura volontaria dell’allontanamento e come gli investigatori abbiano rapidamente escluso il sequestro di persona.

Greco aggiunge che la giovane «è stata rinvenuta in una pertinenza di un’altra abitazione, quindi aveva libertà di movimento». E prosegue: «Il mio assistito, quando lei è stata trovata, era in caserma. Non poteva tenerla con la minaccia o con la violenza. Aveva i cellulari, poteva scendere dai vicini». Tutti elementi che, secondo la difesa, rendono incompatibile la tesi del sequestro.

Sul forte dimagrimento della ragazza, l’avvocato parla di possibile «non corretta attenzione al regime alimentare», escludendo una volontà deliberata di privarla del cibo.

Dragos, le versioni discordanti e i nodi irrisolti

Resta però un punto critico: Dragos, nei primi interrogatori, aveva negato di sapere dove fosse Tatiana, pur essendo lei rimasta nella sua mansarda fino al 24 novembre. Lo ha fatto per proteggerla? Per rispettare una sua richiesta? O per altro?

Intanto il 30enne è tornato al lavoro in un’officina di pneumatici e attende il dissequestro del telefono. Tatiana, invece, non parla. Piange, si chiude nella sua stanza, non dà spiegazioni nemmeno ai genitori.

La Procura ora dovrà decidere come chiudere una vicenda che, pur senza reati configurati al momento, lascia molti interrogativi aperti su undici giorni di silenzio, paura e mistero.

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