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“Ti metti a c***”. Iva Zanicchi gela Paolo Del Debbio: risuona tutto in studio

Pubblicato: 08/12/2025 13:36

In uno degli studi televisivi più infuocati della stagione, a sorprendere tutti non è stato un politico né un opinionista di professione, ma una leggenda della musica italiana. A 85 anni, Iva Zanicchi si è presentata a Dritto e rovescio con l’energia di sempre, trasformando la puntata in un turbine di battute, provocazioni e racconti personali che hanno immediatamente catalizzato l’attenzione del pubblico. L’atmosfera, già tesa per i temi caldi affrontati dal programma, ha trovato in lei un detonatore inaspettato, capace di muoversi tra ironia e indignazione senza filtri.

Sin dalle prime battute, la cantante ha rotto gli schemi rivolgendosi direttamente al conduttore Paolo Del Debbio con un commento che ha lasciato il pubblico interdetto e divertito: «Il brizzolato più sexy di Mediaset. Sei un uomo molto affascinante». Un modo per rompere il ghiaccio che ha però anticipato il cambio di registro successivo, quando la conversazione si è spostata sulle tensioni sociali legate alla criminalità giovanile e alle seconde generazioni.

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Iva Zanicchi ospite di Dritto e Rovescio

Da quel momento, la Zanicchi ha iniziato a rispondere colpo su colpo ai giovani maranza e agli ospiti musulmani presenti in studio, usando un linguaggio diretto, spesso brutale, che ha scatenato un acceso dibattito.

Al centro del suo intervento c’è stata una sorta di lezione morale rivolta ai ragazzi che rivendicano il diritto a vestiti e oggetti di marca, anche a costo di rubarli. «Tu poi andrai a lavorare e se potrai te le comprerai le scarpe, sennò vai scalzo, delinquente, non ha senso», ha detto senza esitazioni. Poi ha ricordato la propria giovinezza, intrecciando l’esperienza personale a un ragionamento sulle priorità familiari di una volta: «Da giovane, per 6-7 anni prima di cominciare a cantare, io tutte le estati piangevo perché volevo un paio di jeans. Mia mamma diceva “no, non possiamo, ci sono altre priorità”. E non meli ha mai comprati questi jeans, ma non per questo li rubavo dal banchetto del mercato la domenica. Questi qui non devono venire in tv a dire queste cose, che se uno ha un bel cellulare glielo rubo”.»

A quel punto, quasi a spiegare da dove nasca la sua intransigenza, la Zanicchi ha raccontato un episodio che aveva sempre evitato di condividere pubblicamente. «Io abito in Brianza e per sette volte, avevo giurato che non l’avrei mai detto, sette volte ho avuto i ladri in casa armati», ha rivelato, lasciando lo studio in silenzio. E ha proseguito delineando l’angoscia di chi vive costantemente nella paura: «L’ultima volta il maresciallo ha detto “Guardi non mi chiami più perché tanto, ormai…”.

Oggi però ho i carabinieri di Arcore che sono fantastici, tutte le notti vengono attorno casa e poi abbiamo messo su allarmi, però si vive con la paura. Al maresciallo, di cui sono tanto amica, gli ho detto che mi armo, mi dia una pistola, perché io non ce la faccio più. Ha detto “no, no signora, lei non deve sparare perché loro sono più veloci”.». Un racconto che ha mostrato tutta la fragilità di chi, nonostante il personaggio forte e sanguigno, ha conosciuto intimamente il timore per la propria sicurezza.

Nella parte finale della puntata, la discussione è inevitabilmente scivolata sul tema dei simboli religiosi nelle scuole, un argomento che nei talk show accende reazioni immediate. Anche qui, la cantante non ha cambiato tono, anzi ha rincarato la dose con una delle sue sfuriate più dure: «Si proibiscono perché si ha paura di offendere, ma dove? Oh, ma qui siamo in Italia, noi siamo un Paese cattolico. Allora ritorni nel tuo Paese, ti metti a c*** all’aria e preghi lì la tua religione, nessuno ti tocca e nessuno dice niente, ma anche qui lo puoi fare. Abbiamo rispetto di queste persone che hanno una religione diversa, permettiamo le moschee…. Però non venire a rompere le tradizioni, a rompere le scatole a noi, alla nostra religione, al nostro credo».

Parole durissime, che inevitabilmente faranno discutere per giorni. Ma il tratto più sorprendente della serata è stato forse vedere come, dietro la verve e gli eccessi, Iva Zanicchi continui a incarnare un’Italia istintiva, sanguigna, nostalgica, che ancora cerca di farsi spazio nella complessità del presente. E che, nel bene e nel male, non ha alcuna intenzione di perdere la voce.

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