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La voce del vino che univa pensiero e terra: l’addio a Luigi Cataldi Madonna

Pubblicato: 08/12/2025 19:30

Ofena saluta una delle figure più riconoscibili del suo mondo del vino, un uomo che ha saputo trasformare un territorio aspro in un linguaggio colto e immediato. Si è spento Luigi Cataldi Madonna, erede di una tradizione familiare centenaria e punto di riferimento per l’enologia abruzzese. Nelle sue parole, sempre gentili ma affilate, c’era la stessa energia che ritrovavi nei suoi vini, una tensione continua tra memoria e ricerca che aveva fatto della sua cantina una voce unica. A raccontarlo bastava l’ultima apparizione pubblica a Roma, ai Tre Bicchieri, dove parlava con orgoglio della figlia Giulia e della capacità con cui aveva preso in mano la guida dell’azienda, senza mai perdere il filo che la legava alla storia di famiglia.

L’eredità di un “Professore” del vino

Classe ’56, Luigi aveva raccolto negli anni Novanta il testimone dal padre Antonio, rilanciando il nome costruito dal nonno, il Barone Luigi, e riportando al centro dell’attenzione quel microcosmo unico che è Ofena, la conca ai piedi del Gran Sasso che definiva «un forno sotto un frigorifero» per il suo clima estremo. Prima ancora che viticoltore, era stato docente di Storia della Filosofia all’Università dell’Aquila, e non perdeva occasione per ricordare come dietro ogni bottiglia ci fosse un’idea: per lui il vino era pensiero, e il pensiero moltiplicava la natura. Il suo Cerasuolo più celebre, il Piè delle Vigne, diventato un riferimento nazionale, nasceva proprio da questo: una tecnica contadina recuperata, la “svacata”, trasformata in un gesto moderno, capace di creare quel vino “rosa” che amava distinguere dal semplice rosato.

Il pecorino e la visione che ha cambiato un territorio

Tra le intuizioni che gli hanno dato fama anche fuori Abruzzo, quella sul pecorino resta la più incisiva. Lo aveva studiato come un oggetto vivente, sperimentando vendemmie tardive e precoci, macerazioni e legno, fino a trovare una cifra stilistica netta, verticale, che ha segnato etichette come Frontone, Giulia e Supergiulia. È stato uno dei primi a credere davvero nel potenziale di questo vitigno, contribuendo alla sua rinascita quando ancora non godeva dell’attenzione di oggi. Se ne va uno dei protagonisti più originali del vino italiano, un uomo dotato di ironia, cultura e capacità critica fuori dal comune. I funerali si svolgeranno domani, 9 dicembre, alle 15.30 nella Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore a Francavilla al Mare; la salma sarà poi accompagnata nella cappella di famiglia nel cimitero di Ofena.

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