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Droga ed estorsioni, blitz a Palermo contro Cosa Nostra: 50 arresti

Pubblicato: 10/12/2025 07:23

Il nuovo organigramma della mafia alla Noce emerge con chiarezza dopo il maxi blitz che ha scosso l’intera città. Cinquanta persone sono finite nel mirino degli investigatori: per diciannove il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere, mentre altre sei sono state poste ai domiciliari. Per gli altri venticinque indagati è scattato un provvedimento di fermo.

Numeri che fotografano un’operazione imponente, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo guidata dal procuratore Maurizio de Lucia. Le accuse sono pesantissime: associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, traffico di droga e spaccio.

Nel cuore dell’inchiesta, ribattezzata “blitz alla Noce”, confluiscono mesi di indagini condotte dalla Squadra mobile, dal Servizio centrale operativo e dal commissariato di Brancaccio. Un lavoro capillare che ha permesso di ricostruire alleanze, tensioni e affari del mandamento.

Gli investigatori hanno scoperto i nuovi equilibri interni alla cosca, dove convivono vecchi boss e figure emergenti. Un mix già osservato nelle recenti operazioni, che ora viene confermato da intercettazioni e pedinamenti mirati.

Il mandamento della Noce era già stato colpito pochi mesi fa, ma le fibrillazioni interne non hanno fermato la riorganizzazione. In nome degli affari, le tensioni sono state superate, ridefinendo un assetto più stabile e completo.

Il cuore economico della struttura resta il traffico di stupefacenti. L’inchiesta ha ricostruito una vera rete di traffico di droga tra Palermo e la Campania, con ramificazioni che arrivano fino a Catania e alla provincia di Trapani.

Secondo gli investigatori, la regia rimane saldamente nelle mani della mafia, che coordina movimenti, consegne e approvvigionamenti. La mappa degli affari emerge con precisione, evidenziando ruoli, compiti e canali preferenziali.

I quartieri di Brancaccio, Sperone e Bonagia sono tra i più colpiti dal blitz, considerati veri hub dello spaccio. Qui avvengono arresti e perquisizioni, ritenuti passi fondamentali per spezzare la filiera criminale.

Le piazze di spaccio, rivelano gli inquirenti, sono ormai sia fisiche che digitali. I pusher utilizzavano canali criptati come Telegram per prendere ordini, gestire forniture e comunicare in modo rapido. Una mafia moderna, che evolve ma continua a mostrare la stessa pericolosa capacità di adattarsi.

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