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“Lasciata lì a morire”. Il dramma a soli 33 anni, poi la scoperta shock sul fidanzato

Pubblicato: 10/12/2025 08:55

Thomas Plamberger è accusato di omicidio colposo e dovrà chiarire ogni dettaglio della tragedia costata la vita alla compagna Kerstin Gurtner, 33 anni. La donna è morta assiderata lo scorso gennaio, a soli 46 metri dalla vetta del Grossglockner, la montagna più alta d’Austria.

La coppia si trovava in vacanza e aveva deciso di affrontare l’escursione in alta quota, un percorso impegnativo in condizioni invernali. Qualcosa, però, è andato storto e gli inquirenti stanno ricostruendo passo dopo passo ciò che è avvenuto nelle ore decisive.

Resta il fatto che Kerstin è stata lasciata sulla montagna alle 2 del mattino del 19 gennaio, a pochi passi dalla cima. Le temperature estreme e i venti violentissimi non le hanno lasciato scampo: poco dopo è morta assiderata.

Plamberger ha sempre sostenuto di non averla abbandonata e di essere sceso a valle esclusivamente per cercare aiuto. Secondo la sua versione, sarebbe tornato sul luogo sei ore e mezza dopo, quando per la compagna non c’era ormai più nulla da fare.

Gli investigatori, però, contestano all’uomo diversi errori. Il primo è la scelta di non chiamare i soccorsi direttamente dal punto in cui la donna era in difficoltà, una decisione che avrebbe rallentato in modo decisivo le operazioni di recupero.

Un’altra questione riguarda l’attrezzatura: secondo gli inquirenti, la coppia non era equipaggiata in modo adeguato per un’ascensione invernale in alta quota. Una circostanza che pesa ancor di più considerando che Plamberger era il più esperto dei due e, di fatto, la guida responsabile.

L’uomo continua a dichiararsi innocente e sostiene che la scelta di lasciarla temporaneamente sulla montagna fosse stata presa “di comune accordo”, nella speranza di ottenere aiuto più rapidamente.

La Procura di Innsbruck, che indaga sul caso da undici mesi, ha disposto numerosi accertamenti tecnici e investigativi per ricostruire la dinamica dei fatti, compresi gli spostamenti e i tempi di reazione dell’uomo.

Gli inquirenti hanno esaminato anche smartphone, smartwatch e computer della coppia alla ricerca di fotografie e dati registrati durante l’ascesa. Le immagini trovate sembrerebbero confermare che la donna non era adeguatamente equipaggiata per un’escursione così impegnativa, un elemento che potrebbe rivelarsi decisivo nelle conclusioni dell’inchiesta.

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