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“Lo faceva ogni giorno, poi l’ictus”. Il malore, poi la scoperta shock: “Pericolosissimo, non imitatelo”

Pubblicato: 10/12/2025 09:26

Un consumo quotidiano eccessivo di bevande energetiche “strong” può aumentare in modo significativo il rischio di ictus. È l’allarme lanciato da un gruppo di medici britannici sulla rivista BMJ Case Reports, dopo aver trattato il caso di un uomo di 50 anni, in buona salute, che beveva otto lattine al giorno e presentava una pressione sanguigna estremamente elevata.

Il caso clinico ha colpito profondamente gli esperti, al punto da spingerli a chiedere una regolamentazione più severa sulla vendita e sulla pubblicità degli energy drink, soprattutto considerando l’enorme diffusione di queste bevande tra i più giovani.

L’uomo in questione ha sviluppato un ictus talamico, una lesione che colpisce l’area del cervello responsabile della percezione sensoriale e del controllo motorio. I sintomi comprendevano debolezza del lato sinistro del corpo, intorpidimento, problemi di equilibrio, difficoltà di deambulazione, deglutizione e linguaggio: un quadro riconducibile all’atassia.

Al momento del ricovero, la sua pressione sanguigna era pari a 254/150 mm Hg, un valore considerato pericolosamente alto. I medici sono riusciti ad abbassarla con una terapia d’urgenza, riportando la sistolica a 170 mm Hg, ma i valori sono risaliti poco dopo il rientro a casa, nonostante l’aumento della terapia antipertensiva.

Solo dopo ulteriori domande è emersa l’abitudine dell’uomo: consumava circa 8 energy drink al giorno, ciascuno contenente 160 mg di caffeina, per un totale di 1.200-1.300 mg quotidiani. La dose massima raccomandata è di 400 mg al giorno, meno di un terzo di quanto ingeriva.

Quando i medici gli hanno chiesto di interrompere completamente il consumo di queste bevande, la pressione è tornata stabile e i farmaci antipertensivi non sono più stati necessari. Tuttavia, l’uomo non ha recuperato totalmente la sensibilità del lato sinistro del corpo.

«Non ero consapevole dei pericoli che gli energy drink mi stavano causando», ha raccontato il paziente. «Ho continuato ad avere intorpidimento alle dita della mano e del piede anche dopo otto anni dall’ictus».

Gli esperti del Nottingham University Hospitals NHS Trust sottolineano che la scarsa consapevolezza dei rischi cardiovascolari legati agli energy drink non sorprende, poiché queste bevande non sono generalmente percepite come pericolose in questo senso. Nel 2018 alcuni supermercati britannici introdussero un divieto volontario alla vendita ai minori di 16 anni, ma i rischi di ictus ischemico ed emorragico restano poco discussi.

Le bevande energetiche contengono più di 150 mg di caffeina per litro, notevoli quantità di zucchero e varie sostanze stimolanti aggiuntive. Oltre alla caffeina “dichiarata”, sono presenti ingredienti come guaranà, che contiene una concentrazione doppia rispetto al chicco di caffè, e altri composti come taurina, ginseng e glucuronolattone.

Secondo i ricercatori, l’interazione di questi ingredienti può potenziare gli effetti della caffeina, accrescendo il rischio di ictus attraverso diversi meccanismi. Una bevanda energetica media contiene circa 80 mg di caffeina per 250 ml, ma alcuni prodotti possono arrivare a 500 mg in una sola porzione, una quantità estremamente elevata anche per soggetti sani.

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