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Sergio Flamigni, con la sua morte se ne va anche l’ultimo “custode” dei segreti del caso Moro

Pubblicato: 10/12/2025 12:25

Il mondo della politica, della ricerca storica e della memoria civile italiana ha dovuto salutare una figura che, per decenni, ha rappresentato un punto fermo nel dibattito pubblico. La notizia della sua scomparsa ha immediatamente suscitato un’ondata di ricordi e messaggi di gratitudine da parte di studiosi, istituzioni e cittadini che nel tempo avevano imparato a conoscere la profondità del suo impegno. La sua lunga vita era stata segnata da una dedizione totale ai valori democratici, alla ricostruzione della verità e alla difesa delle istituzioni.

La sua attività, condotta con rigore e una tenacia rara, ha lasciato un’eredità che continua a influenzare la comprensione di pagine cruciali della storia italiana contemporanea. In molti lo consideravano non soltanto un politico, ma anche un archivista della memoria collettiva, un uomo che aveva consacrato l’esistenza al lavoro di indagine, studio e testimonianza.

La scomparsa di Sergio Flamigni e l’annuncio dell’Archivio Flamigni

Il protagonista della notizia è Sergio Flamigni, morto all’età di 100 anni. A comunicare la sua scomparsa è stato l’Archivio Flamigni, che sui social ha ricordato il suo straordinario percorso: «Partigiano, deputato e poi senatore del Pci dal 1968 al 1987, componente delle commissioni Antimafia e delle commissioni parlamentari di inchiesta sul caso Moro e sulla P2 – è stato uno dei più attenti indagatori e studiosi del caso Moro».

Nato nel 1924, Flamigni aveva partecipato giovanissimo alla Resistenza, esperienza che segnò per sempre la sua visione del Paese e della politica. Entrato nella vita parlamentare negli anni Sessanta, si distinse per la serietà e l’acume con cui affrontò alcuni dei capitoli più controversi dell’Italia repubblicana. Le sue analisi, i suoi libri e la sua attività all’interno delle commissioni d’inchiesta contribuirono in modo decisivo alla ricostruzione dei fatti legati al sequestro e all’uccisione di Aldo Moro, così come all’indagine sulla loggia massonica P2.

Una figura centrale nella memoria istituzionale italiana

Tra i banchi del Parlamento, Sergio Flamigni divenne una delle voci più autorevoli nel campo dell’antimafia parlamentare, contribuendo alla comprensione delle strutture criminali e delle loro infiltrazioni nelle istituzioni. La sua opera non si è mai limitata a un ruolo politico: si è tradotta in un impegno costante per la ricerca storica e per la divulgazione, affinché le nuove generazioni potessero comprendere la complessità degli anni bui della Repubblica.

L’eredità di Flamigni rimane oggi nelle sue opere, nell’attività dell’Archivio che porta il suo nome e nella memoria di chi ha riconosciuto in lui un custode della verità e un difensore appassionato della democrazia.

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Ultimo Aggiornamento: 10/12/2025 12:28

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