
«Il peggio deve ancora arrivare». L’avvertimento del virologo Matteo Bassetti arriva mentre la nuova variante K dell’influenza accelera la sua corsa in Europa, mostrando un incremento dei contagi particolarmente rapido nel Regno Unito. Secondo l’infettivologo, la diffusione in Italia è solo una questione di tempo: «È probabile che nelle prossime settimane arrivi da noi la variante H3N2. Stiamo già vedendo i primi casi e ciò che è accaduto altrove potrebbe ripetersi anche qui».
L’allarme non riguarda solo la Gran Bretagna: anche in Svizzera si registra un aumento repentino dei contagi, accompagnato da un netto incremento dei ricoveri. Uno scenario che ricalca quanto osservato mesi fa in Australia e che, sottolinea Bassetti, era stato previsto da tempo: «È da agosto che invitiamo alla prudenza. Sarà una stagione influenzale molto impegnativa, e non potremo dire che sia arrivata senza preavviso».

Il momento più critico per il nostro Paese dovrebbe cadere tra la prima e la seconda settimana di gennaio, quando si attende il vero picco. Un periodo che, secondo l’esperto, rischia di trasformarsi in una tempesta perfetta per gli ospedali già sotto pressione: «Ci troveremo con reparti pieni e tantissime persone a casa con sintomi forti. Sarà necessario affrontare l’emergenza insieme, con responsabilità e consapevolezza».
A essere più esposti sono coloro che non hanno sviluppato una protezione adeguata. La variante K sembra infatti sfuggire all’immunità dei vaccini precedenti e a quella derivata da infezioni passate. Bassetti spiega che proprio questo meccanismo favorisce la circolazione del virus tra i bambini, spesso senza una memoria immunitaria sufficiente e, in molti casi, non vaccinati.
I più piccoli risultano quindi i principali vettori della diffusione: il loro sistema immunitario inesperto riconosce meno il virus, e l’assenza di vaccinazione rende più probabile il contagio. Il risultato è un effetto domino che parte dalle scuole e rimbalza nelle case, coinvolgendo genitori, nonni e altri familiari.

Bassetti invita inoltre a evitare uno degli errori più frequenti: l’utilizzo improprio degli antibiotici. «Non funzionano contro i virus, solo contro i batteri», ricorda. Provarli sull’influenza è come tentare di cancellare una macchia di pennarello indelebile con l’alcol: un rimedio inefficace e potenzialmente dannoso.
Il rischio, infatti, è quello di alterare la flora batterica e favorire la selezione di batteri resistenti, che poi rimangono nel nostro organismo. Da qui l’appello: mai antibiotici contro l’influenza. Meglio concentrarsi sui sintomi, che quest’anno durano più a lungo del solito, arrivando anche a sette-nove giorni nelle forme più intense.
La febbre, inoltre, tende a presentarsi in un doppio picco: uno iniziale, molto alto, poi una fase di apparente miglioramento e infine un nuovo rialzo significativo. In questo periodo, consiglia il virologo, è fondamentale non affaticare il corpo: meglio optare per spremute, idratazione e pasti leggeri, evitando carichi digestivi inutili.
Quanto ai farmaci, la regola è semplice: intervenire solo quando serve. Il paracetamolo va assunto se la temperatura supera i 38–38,5 gradi, non «a orario fisso». Limitare i medicinali e ascoltare il proprio corpo, conclude Bassetti, è la chiave per superare questa stagione influenzale che si annuncia più insidiosa delle precedenti.


