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Padre “dispettoso” rovina le giornate della figlia di 8 anni: multato

Pubblicato: 10/01/2019 14:22

Tra moglie e marito non mettere il dito, ma non mettere neanche i figli. Ha dell’assurdo la vicenda emersa a Genova, dove un tribunale sanzionato un uomo con una multa di 50 euro ogni volta che farà un “dispetto” alla figlia. Può sembrare forse esagerato, ma non lo è affatto: i “dispetti” di questo padre hanno creato forti disagi alla figlia, ed erano in realtà nati dall’intenzione di rendere la vita difficile alla madre della piccola, ex moglie dell’uomo, rea di aver trovato un nuovo compagno.

Dispetti davvero scomodi

Non si trattava di nasconderle le pantofole, o metterle il sale al posto dello zucchero nel  della mattina. Il padre di questa storia cancellava la firma della moglie dal diario della figlia, o mandava la polizia davanti alla scuola senza motivo, al mero scopo di creare disagi e imbarazzi alla piccola e la madre. Il perché di tutti questi dispetti, a quanto pare, stava nel fatto che la moglie avesse deciso di chiedere la separazione e che, in un secondo momento, avesse deciso di iniziare una nuova relazione con un altro uomo. Anziché farsene una ragione, il padre della bimba aveva deciso di usare la sua stessa figlia come indiretto strumento di “vendetta” per dare fastidio alla donna, creando quindi danni alla piccola. La donna, rivoltasi a un tribunale, ha avuto giustizia per sé e la figlia: l’uomo è stato giudicato dal Giudice più infantile della sua stessa figlia, e sanzionato a livello economico: ogni volta che rimetterà in piedi uno dei suoi “dispetti” dovrà pagare una multa di 50 euro. Ora si spera che questo convinca l’uomo a smetterla, e ad affrontare la realtà con una dose maggiore di saggezza.

tribunale padre dispetti

Figli usati come arma

I contrasti tra genitori separati (o in via di separazione), come è noto, possono nuocere gravemente alla salute psichica di un bambino o un adolescente. Per questo, negli ultimi anni, la normativa si è mossa in modo da tutelare i minori, da una parte puntando l’attenzione sul concetto di alienazione genitoriale (il tentativo continuo, da parte di un genitore, di screditare l’altro agli occhi del figlio, al fine di rimanere l’unico “genitore fidato”) e dall’altra considerando a livello di Cassazione i litigi violenti dei genitori come “maltrattamento in famiglia”, se questi si svolgono continuamente davanti ai figli e li coinvolgono. L’interesse della legge, in ogni caso, cerca di essere quello di tutelare l’incolumità mentale e fisica dei minori, ancora troppo spesso usati come “arma” da parte di genitori spesso rancorosi nel confronti dell’ex partner.

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Immagine di repertorio