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Il sindaco di Corleone a muso duro contro i Riina: “Questa città non è più cosa loro”

Pubblicato: 12/01/2019 11:20

È scontro aperto a Corleone, tra il sindaco Nicolò Nicolosi e Lucia Riina, figlia dell’ex capo dei capi di Cosa Nostra Totò Riina: al centro della diatriba la scelta della donna di aprire un ristorante in pieno centro a Parigi e affibbiargli il nome della cittadina siciliana, per anni centro nevralgico per le azioni mafiose in terra siciliana. Il primo cittadino non ci sta e si prepara a dare battaglia a Lucia Riina affinché, anche all’estero, Corleone continui a pagare il peso della storia senza potersi mai riscattare dal suo passato.

Il sindaco di Corleone non ci sta

La mafia è stata l’oppressione della Sicilia e su Corleone ha avuto un effetto devastante impedendone la crescita. Non possiamo permettere ai Riina di diffondere un’immagine distorta della nostra realtà”: è così che si è sfogato Nicolò Nicolosi, primo cittadino di Corleone, parlando alle due testate MeridioNews e Gnewsonline. Al centro delle sue proteste la recente inaugurazione, a due passi dall’Arco di Trionfo di Parigi, del nuovo ristorante della figlia di Totò Riina, Lucia. Il nome scelto per il locale? Corleone.

il ristorante corleone
Il ristorante recentemente aperto da Lucia Riina a Parigi

E allora Nicolosi ha subito presentato una protesta formale al prefetto di Palermo, intenzionato a scollegare la sua città com’è oggi da quella che fu sotto i grandi capi di Cosa Nostra. “I cosiddetti capi di un tempo sono tutti morti; per fortuna, questo è accaduto dopo che erano stati assicurati alla giustizia. Vogliamo respingere con tutte le nostre forze l’idea di una Corleone collegata alla mafia o, ancor peggio, dominata dalla mafia”, ha spiegato.

“I Riina? Questa città non è più cosa loro”

Non manca la stoccata alla famiglia Riina: “Sono ancora residenti a Corleone ma questo non li autorizza a legare la loro storia al presente della città. Questa città non è più cosa loro“, spiega Nicolosi. In mano ad Antonella De Miro, Prefetta del capoluogo siciliano, adesso c’è una lettera con cui le istituzioni di Corleone fanno capire il disagio del continuo accostamento alla mafia, un retaggio pesante da cui a quanto pare è ancora decisamente complicato sgravarsi.

Ma Nicolosi non vuole circoscrivere la sua protesta alla sola Sicilia. “Abbiamo scritto al governo per essere aiutati a interloquire con le autorità francesi, attraverso l’ambasciata italiana, per far presente le nostre ragioni che sono quelle di impedire che il nome Riina e quello di Corleone possano rimanere accostati nel locale di Parigi“. Non mancano comunque le preoccupazioni che esporsi in maniera così netta contro la magia porta con sé, specie da parte dei familiari: ma Nicolosi sembra intenzionato a combattere per cancellare il binomio pericoloso tra la città che ha preso in mano e la mafia.