È finita dopo 38 anni la latitanza di Cesare Battisti, ex terrorista dei Pac, Proletari Armati per il Comunismo, un gruppo di lotta armata attivo negli Anni di Piombo. Battisti è stato catturato a Santa Cruz de la Sierra, Bolivia, dove ha provato ad entrare nuovamente in clandestinità. Un gruppo interforze formata da agenti italiani, boliviani e brasiliani l’ha arrestato e l’ex terrorista è adesso atterrato all’aeroporto di Ciampino.
Cesare Battisti arriva in Italia: la cattura in Bolivia
Cesare Battisti è arrivato in un aeroporto di Ciampino blindato, a bordo del Falcon 900 dell’Aeronautica Militare. L’ex latitante è sceso accompagnato da agenti della Polizia e dell’Aise, i servizi segreti italiani che si occupano degli esteri. Presenti in aeroporto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che indossa come sua abitudine una giacca della Polizia di Stato, insieme al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Battisti è uscito dall’aereo senza manette, circondato da poliziotti.
È stato estradato in pochissimo tempo dalla Bolivia, Cesare Battisti, e messo su un volo per l’Italia senza passare dal Brasile. In questo modo si sono evitate ricadute legali, dato che in Brasile non c’è l’ergastolo e avrebbe potuto evitarlo all’ex latitante. Il procuratore generale di Milano ha dichiarato che sarà trasportato direttamente nel carcere di Rebibbia. Qui, secondo le indiscrezioni, lo attendono almeno 6 mesi di isolamento diurno.
Un’altra foto dell’arrivo di Battisti in Italia:
Salvini: “L’Italia è un Paese sovrano”
Il ministro Salvini ha ringraziato le forze dell’ordine “per averci regalato questo sole, questa speranza“. Il ministro ha parlato a suo dire a nome di “60 milione di italiani“, e ha ribadito la sovranità del Paese. Ha dichiarato che l’arresto dell’ex terrorista è stato reso possibile “grazie a un mutato clima politico a livello globale“, che avrebbe permesso la consegna di “un infame, un vigliacco” all’Italia.
Anche Bonafede si è mantenuto sulla linea sovranista nelle sue dichiarazioni: “Oggi diciamo al mondo che nessuno può sottrarsi alla giustizia italiana. Con la sua fuga mortificava il dolore delle famiglie delle vittime e il dolore di un interno popolo. Questo risultato è il lavoro di una squadra, di tutte le istituzioni italiane. Oggi un risultato storico, oggi diciamo a tutti che quando le istituzioni italiane lavorano insieme non ci ferma nessuno. Oggi l’Italia va a testa alta“.
La gara per il merito dell’arresto
L’arresto del latitante è stato subito rivendicato da Salvini, ma non è l’unico membro del governo che prova ad avere un ruolo di primo piano. Giuseppe Conte ha annunciato ieri il rientro in Italia e ha elogiato la proficua intesa con il presidente autoritario di estrema destra del Brasile Jair Bolsonaro. Ma è stato Evo Morales, il presidente di centro sinistra boliviano, ad autorizzare l’espatrio di Battisti dalla Bolivia in tempo record. Il fratello di Bolsonaro, deputato federale, ha comunque definito l’arresto dell’ex terrorista un “regalino” per il ministro dell’Interno, con cui c’è grande intesa.
Trasferito ad Oristano
AGGIORNAMENTO h. 14.30 – Battisti, inizialmente tradotto a Rebibbia, sconterà la pena ad Oristano al carcere di Massama. A comunicarlo è stato il ministro Alfonso Bonafede, nel corso della conferenza stampa successiva all’arrivo del terrorista in Italia. “Proprio in questi minuti Battisti viene consegnato al gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria per andare nel carcere di Oristano, e non a Rebibbia come previsto inizialmente”. In passato, il carcere ha ospitato altri temibilissimi e illustri detenuti tra cui l’ex terrorista Massimo Carminati, il mafioso Vincenzo Sinagra, il buscettiano Alfonso Capuana e alcuni membri della cosca di Matteo Messina Denaro.