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Il lato oscuro della #10yearschallenge: quando a cambiare è il volto del pianeta

Pubblicato: 18/01/2019 23:00

Sta spopolando sui social la #10yearschallenge, la sfida raccolta da tante star e personaggi famosi in tutto il mondo, che postano selfie appena scattati, accanto ad altri di 10 anni fa. Quanto sono cambiati? Quante rughe in più o in meno hanno sul volto? L’idea di mettere a confronto epoche diverse è venuta anche agli ambientalisti per capire se e quanto sia peggiorato il nostro pianeta nell’arco degli ultimi 10 anni. Alfieri di questa operazione sono il WWF e Greenpeace che sui propri profili hanno inserito le immagini dei luoghi in cui sono più visibili i cambiamenti di flora e fauna. Alcune delle fotografie più impressionanti mettono in luce il cambiamento climatico causato dall’uomo e la deforestazione dell’Amazzonia.

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Gli elefanti, una delle specie più colpite

A tal proposito il WWF avverte: “Questa #10yearschallenge mostra che l’uomo ha distrutto tantissima natura, ma che siamo ancora in tempo per vincere la sfida contro l’estinzione”. Uno dei principali obiettivi sono purtroppo stati gli elefanti, cacciati per il loro prezioso avorio: “L’elefante africano è il più grosso mammifero al mondo e le sue zanne d’avorio possono arrivare fino a 2-3 metri di lunghezza. In 10 anni, il commercio dell’avorio è diventato sempre più devastante: sono 144mila gli elefanti africani che abbiamo perso tra il 2007 e il 2014 e una delle prime cause di morte per questi straordinari mammiferi è proprio il bracconaggio”.

I danni al continente africano e la deforestazione

Secondo l’associazione, non è andata meglio al rinoceronte e al leone: “Solo in Sud Africa, in 10 anni sono stati più di 4.000 i rinoceronti uccisi e, dal 2007 al 2016, il bracconaggio al rinoceronte è aumentato del 9000%. La situazione è peggiorata in modo sconvolgente anche per il re degli animali. In soli 21 anni (3 generazioni per l’animale), il mondo ha perso il 42% dei leoni che popolavano il continente africano”. In riferimento alla deforestazione incontrollata di intere aree del pianeta, è intervenuta Greenpeace, da sempre attenta a questo tema: “Ciò che la natura ha impiegato centinaia di migliaia di anni a creare, l’uomo lo ha distrutto in meno di dieci”.

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Ultimo Aggiornamento: 18/01/2019 23:03