Vai al contenuto

14enne insultata per mesi a scuola si suicida: è la quinta in due settimane

Pubblicato: 22/01/2019 13:17

Rochelle Pryor, una ragazza australiana di 14 anni, si è suicidata il primo giorno del nuovo anno. Il padre Geoffrey l’ha trovata priva di sensi nella sua camera e l’ha portata di corsa in ospedale. Dopo 9 giorni di agonia e paura, il 10 gennaio Rochelle se n’è andata per sempre. Lei si è tolta la vita, ma ad ucciderla son stati il bullismo ed il razzismo. La sua famiglia infatti è Aborigena, e da tempo era stata presa di mira a scuola per questo motivo. È il quinto caso, in due settimane, di suicidio legato al bullismo in Australia.

Il toccante messaggio d’addio

La famiglia Pryor vive a Kardinya, in periferia di Perth, capitale dell’Australia Occidentale. Qualche ora prima che il padre la trovasse, Rochelle ha scritto un toccante messaggio d’addio sui social. “Quando me ne sarò andata, il bullismo e il razzismo finiranno”. Una sola persona ha risposto al suo ultimo grido d’aiuto, ma non è servito a salvarla dal suicidio. La sorella Kyanne, intervistata dal The Australian, ha ricordato Rochelle come una ragazza felice, dolce e divertente. Era un’amante degli animali, ha aggiunto, e sognava di andare all’università un giorno.

Rochelle Pryor
Rochelle Pryor (Foto: Facebook)

Il problema del bullismo razziale in Australia

Il problema del bullismo razziale è un tema caldo e delicato in Australia. Nelle scorse due settimane, altre quattro ragazze hanno deciso di farla finita per scappare a queste aggressioni. Due (come Rochelle) in Australia Occidentale, una nella regione del Queensland e una in Australia Meridionale. La scorsa settimana, anche altri due ragazzi aborigeni di 11 e 12 anni hanno tentato il suicidio. Ora si trovano entrambi in ospedale, uno a Brisbane e l’altro a Perth, a lottare tra la vita e la morte. Stando alle fonti locali, il 40% dei giovanissimi suicidi sono di origine aborigena, spesso legati a bullismo, razzismo, abusi sessuali e povertà.

L’ultima speranza di Rochelle

La famiglia di Rochelle ha deciso quindi di collaborare con il giornale The Australian per sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema che non può più essere ignorato. Troppi ragazzi e ragazze stanno considerando il suicidio come unica via di fuga dal bullismo e dal razzismo. Tutto questo non è accettabile, né in Australia né in nessun’altra parte del mondo. E, nel terzo millennio, non si può morire in questo modo. Bullismo e razzismo, come ribadito dalle ultime parole di Rochelle Pryor, devono finire.

Classico esempio di bullismo
A causa del bullismo tanti hanno scelto il suicidio (immagine di repertorio)