Impasse nel governo giallo-verde per la questione trivelle, che vede allargarsi il numero di esponenti 5Stelle contrari alle trivellazioni. A schierarsi nettamente per il no è il ministro per l’Ambiente Sergio Costa, che minaccia di farsi sfiduciare piuttosto che autorizzare la ricerca e l’estrazione di idrocarburi nei mari italiani. Inoltre, si rischia uno slittamento dell’arrivo a Palazzo Madama del decreto Semplificazioni, dove è contenuto un emendamento che fermerebbe diversi permessi. Contrario allo stop la Lega, che parla per bocca del viceministro Massimo Garavaglia.
DI semplificazioni: slitta la seduta, Palazzo Madama può attendere
AGGIORNAMENTO DELLE 22:03 – Come previsto quest’oggi, è slittata la seduta che avrebbe dovuto avere inizio questa sera alle 20 tra le commissioni degli Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato. Il DI semplificazioni è un nuovo nodo da sciogliere per il governo giallo-verde che si ritroverà domani, alle prime ore del giorno, nuovamente in aula.
Trivelle: Costa rilancia il no ai permessi
Sergio Costa aveva palesato già in passato le sue posizioni contro le trivelle, anche dopo l’autorizzazione a procedere del dicastero di Luigi Di Maio. Lo ha ribadito oggi in Abruzzo in un comizio: “Le trivelle passano per le valutazioni di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza. È la libertà di chi ha un altro lavoro“, ha dichiarato.
Una posizione poi ribadita anche sulla sua pagina Facebook: “Non firmo e non firmerò autorizzazioni a trivellare il Paese anche se dovesse esserci il parere positivo della Commissione Via-Vas. Le alternative ci sono. Si chiamano ‘energie rinnovabili‘ se bisogna investire, è quella la direzione“.
L’attacco della Lega
Una posizione forse troppo ambientalista per i colleghi leghisti, i quali esacerbano lo scontro tramite il viceministro dell’Economia. Garavaglia ha dichiarato all’AdnKronos: “Costa deve fare il ministro, non quello che vuole lui. Ci sono atti obbligatori, è una questione amministrativa, non di scelta politica“. Cosa faranno a questo punto i pentastellati è un mistero: il Movimento 5 Stelle si è da sempre schierato contro le trivellazioni e, dopo aver ceduto sulla Tap e con l’incertezza in merito alla Tav, non possono rischiare un altro passo indietro su questioni ambientali.
Ma lo stallo sul decreto Semplificazioni rimane, bloccato in Commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato proprio dall’emendamento “blocca trivelle”. Non c’è ancora un accordo tra le forze di governo, come dimostra quest’ultimo gelido botta e risposta.
L’aula non può lavorare perché sulle trivelle e su altri temi gialli e verdi litigano tra di loro. Il Parlamento è sotto sequestro. Il Presidente della Repubblica nel messaggio di fine d’anno aveva invitato a discutere di quanto avvenuto sulla legge di stabilità. #OpenSenato
St— Maurizio Gasparri (@gasparripdl) January 23, 2019