La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per il caso Knox: Strasburgo ha infatti accusato l’Italia di non aver permesso ad Amanda Knox di avere un equo processo e di trattamenti non equi durante l’interrogatorio che fece il 6 novembre, quando fu ascoltata come semplice persona informata sui fatti.
12 anni dopo
La controversa storia di Amanda Knox ha sempre diviso gli italiani: c’è, infatti, chi la crede ancora colpevole dell’omicidio di Meredith Kercher, uccisa a Perugia il 1 novembre 2007: per molti, Amanda è Foxy Knoxy, la ragazza dallo sguardo furbo. Knox è stata invece condannata in appello, ma assolta in Cassazione: oggi Amanda Knox è una giornalista e vive insieme al fidanzato e ai suoi gatti ed è in procinto di sposarsi.
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Le accuse di Amanda Knox
Le accuse che la Knox ha avanzato sono pesanti: la ragazza, oggi 31enne, ha spesso dichiarato negli ultimi anni di non aver ricevuto un trattamento equo in fase di interrogatorio, quando dichiara di essere stata schiaffeggiata più volte da agenti della polizia, di aver subito pressioni psicologiche e di non aver potuto, nonostante le sue richieste, avere un interprete indipendente e qualificato. L’interprete, inoltre, a quanto pare non si limitò a tradurre le parole di Amanda ma la incalzò, spingendo su alcuni punti. La Corte Europea, in merito, ha dichiarato che non ci sarebbero prove riguardanti le percosse che Amnda Knox avrebbe ricevuto, e non le riconosce dunque come fatti, ma riconosce all’Italia la colpa di non aver mai indagato, dopo che Amanda aveva denunciato i presunti maltrattamenti.
Amanda Knox riceverà 18.400 euro per la violazione del diritto alla difesa durante l’interrogatorio del 6 novembre 2007.
