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Omicidio Yara: il giubbotto, il cellulare e tutti i misteri del caso

Pubblicato: 24/01/2019 16:10

Perché si parla tanto del giubbotto che Yara gambirasio indossava, quando venne trovata ormai cadavere nel campo? Il giubbotto, un modello di colore nero imbottito, fu ritrovato addosso alla ragazza, sporco e provato dall’essere rimasto settimane intere alle intemperie, in un campo in inverno.

Il cellulare mai trovato

Per molto tempo, rimasero aperti molti interrogativi sul giubbotto della piccola Yara. In primis, nelle tasche del giubbotto furono trovati alcuni oggetti: le chiavi di casa, un lettore mp3 per ascoltare la musica, e soprattutto due elementi che scatenano molti interrogativi: la Sim del telefono e la batteria del telefono. il telefono in sé, invece, non è mai stato ritrovato. le perquisizioni a casa di Massimo Bossetti non hanno mai portato alla scoperta del cellulare, e le ricerche nel campo non hanno mai portato al ritrovamento.

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Yara Gambirasio

Le tracce di Dna

Un altro particolare fondamentale riguarda le tracce di Dna che sono state ritrovate, nel tempo, sul giubbotto. A quanto pare, oltre al Dna di Massimo Bossetti e quello di Yara, ci sarebbe sul giubbotto un terzo Dna che corrisponderebbe, a quanto pare, al Dna di Silvia Brena, insegnante di danza di Yara. Sarebbe una traccia piuttosto copiosa, compatibile per corposità con il sangue. le tracce furono trovate sulla manica: non fu considerato dai periti possibile che si fossero impresse per semplice contatto, quanto invece per una stretta forte. Inoltre, la posizione sulla manica faceva pensare a un corpo che veniva trascinato. Dapprima indagata sui fatti, la Brena non è mai però stata accusata formalmente.

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Il giubbotto di Yara

Nove anni dopo

A distanza di nove anni dalla morte di Yara, non c’è mai stata alcuna confessione. Massimo Bossetti, condannato in 3 gradi di giudizio, si è sempre proclamato innocente ed ha ultimamente addirittura detto di sapere addirittura chi sarebbe il “vero” asassino di Yara. Non è mai stato effettuato un nuovo test del Dna: l’accusa ha sempre sostenuto che il materiale non fosse bastevole a fare ulteriori esami. Fino a prova contraria, non ci sarà un riesame del caso.