Una situazione via via sempre più difficile quella del Venezuela. A soli 2 giorni dall’ auto-proclamazione di Juan Guaidò come presidente, con tanto di benestare da parte del presidente americano Donald Trump, l’Europa dice la sua.
Venezuela: l’annuncio di Francia, Germania e Spagna
Non si placa la bufera politica intorno al caso Maduro. Il presidente, che si è insediato due settimane; si vede ora messo alle strette non solo dal rivale Juan Guaidò, autoproclamatosi presidente, anche l’Europa non ha mancato di far sentire la sua voce. Francia, Germania, e Spagna hanno richiesto nuove elezioni entro 8 giorni, altrimenti riconosceranno Guaidò come legittimo presidente. Macron, Merkel e Sanchez parlano di elezioni “eque, libere, trasparenti e democratiche”. Plaude il ministro dell’interno Matteo Salvini che ha definito il loro gesto giusto “Hanno fatto bene – si legge su Ansa – perché Maduro sta piegando con la violenza e con la fame un popolo. Lo dico perché ci sono anche tanti italiani in Venezuela che stanno soffrendo, quindi spero che anche il governo italiano abbandoni ogni prudenza e sostenga il popolo venezuelano, il diritto a libere elezioni, alla democrazia”.

Prende invece le distanze il premier Conte. Il Presidente del Consiglio si è espresso sulla questione venezuelana parlando della necessità di una riconciliazione nazionale. Conte ha auspicato che il processo si possa svolgere “in modo ordinato”, permettendo al popolo venezuelano di arrivare il prima possibile ad una soluzione. Il premier ha anche espresso la speranza che avvenga tutto nel rispetto di libere scelte democratiche, “L’Italia sta con il popolo venezuelano“.
Le parole di Conte non sono state molto gradite al Movimento, tant’è che sul suo profilo Facebook, Alessandro Di Battista ha risposto paragonando l’ultimatum allo stesso schema applicato in Libia con Gheddafi. Per Di Battista è assurdo chiedere l’elezione e allo stesso tempo appoggiare “uno che si è auto-proclamato Presidente. (…) Il Movimento non ci sta. (…) L’Italia deve avere coraggio. Il governo deve dichiarare che serve una soluzione politica”.
Convocato il consiglio di sicurezza dell’ONU
Gli Stati Uniti hanno richiesto una riunione del consiglio di sicurezza dell’ONU, per mettere in quadro la crisi venezuelana. Mike Pompeo, segretario di stato americano, ha aperto il suo discorso parlando di un fallimento dell’esperimento socialista, “la gente è ridotta alla fame”. “La crisi umanitaria nel Paese necessita un’azione ora, oggi per porre fine ad un incubo”. Attraverso il segretario di Stato, gli Stati Uniti hanno espresso la loro vicinanza al Paese e al Popolo, chiedendo anche loro, come nazione, lo svolgimento di elezioni libere al più presto. La Russia però sostiene Maduro e accusa gli Stati Uniti di un tentativo di Golpe in Venezuela.

Anche Maduro punta il dito contro gli Stati Uniti, durante la riunione, nelle veci del ministro degli esteri Jorge Arreaza, “Tutti i paesi satelliti degli Stati Uniti hanno aspettato un segnale di Trump e si sono mossi all’unisono. Siamo in presenza di una chiara violazione della carta ONU, dell’autodeterminazione dei popoli”. Arreaza attacca anche Macron e l’Europa, “Mossa infantile. Perché Macron non si preoccupa dei lavori francesi in rivolta contro il suo governo?”