L’Italia via dall’Afghanistan entro un anno. L’annuncio a seguito delle disposizioni date dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, al COI – Comando operativo di vertice interforze. Il ministro ha proposto di valutare il ritiro del contingente italiano a seguito delle recenti decisioni prese dall’amministrazione Trump.
Difesa: via le truppe italiane in Afghanistan in 12 mesi
Dal 2003 le truppe italiane sono stanziate ad Herat. A seguito delle decisioni prese dal Presidente americano Donald Trump, ovvero di dimezzare il contingente sul territorio, anche l’Italia ha ridotto il numero delle unità presenti a 800 militari. Fino ad ora non si era però mai parlato di un completo ritiro, cosa che, secondo fonti interne al ministero della Difesa, il ministro Trenta sta valutando in queste ore.
Plaude il M5S, come si legge in una nota parlamentare della commissione Esteri, su Ansa: “La decisione del ministro della Difesa Elisabetta Trenta di affidare al Comitato operativo di vertice interforze la pianificazione per il ritiro del nostro contingente in Afghanistan è molto positiva”. Per la Lega si tratta solo di una valutazione del ministro; contrariato il ministro degli Esteri Moavero afferma: “Non ne ha parlato con me, non appena torno a Roma o non appena avrò modo di sentire il ministro Trenta ne parleremo”. Una polemica che però è stata messa subito a freno da fonti interne del governo che parlano di una decisione condivisa da Palazzo Chigi.
Dietro la decisione la pace tra Stati Uniti e Talebani
La decisione del ministro della Difesa potrebbe essere connessa con quanto accaduto nelle ultime ore tra Stati Uniti e Talebani. Secondo quanto riferito in un’intervista al New York Times dall’inviato degli Stati Uniti per l’Afghanistan, Zalmay Khalilzad, i due paesi hanno raggiunto un accordo di pace. I talebani si sarebbero impegnati a mantenere la pace e ad impedire che l’Afghanistan diventi trampolino di lancio per gruppi terroristici internazionali.
Per ottenere ciò, Donald Trump ha accettato il ritiro delle truppe dal Paese, intenzione che il Presidente non ha mai negato di voler portare avanti. Già a dicembre il governo degli Stati Uniti ha ritirato metà delle truppe stanziate ad Herat, da 14mila a 7mila uomini. Gli accordi sono stati raggiunti dopo 6 giorni di colloqui in Qatar. Plaude anche il premier afghano Ashraf Ghani, che ha precisato di auspicare nelle serie intenzioni dei talebani, “vogliamo la pace e la vogliamo rapidamente– ha detto- non dobbiamo dimenticare che le vittime di questa guerra sono gli afghani e il processo di pace deve essere a guida afghana”.
Per la NATO è prematuro parlare di ritiro
AGGIORNAMENTO DELLE 22.30- Sulla vicenda si è espresso anche il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, che ha specificato che al momento si stanno creando condizioni di pace duratura. L’Afghanistan non sarà lasciato finché la situazione non sarà reputata stabile. Secondo il segretario generale è troppo presto per parlare di ritiro, riferendosi anche al contingente americano.