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I gemelli rapinatori impossibili da arrestare: il Dna li “protegge”

Pubblicato: 29/01/2019 12:05

Si chiamano Eduard ed Edmond Trushi, ma sono noti come i “gemelli Lupin”. Segni particolari, essere identici in tutto, dal taglio di capelli ai numerosi tatuaggi, sino al codice genetico. Da tempo ormai i due sono dediti a una “fruttuosa” carriera criminale, che li ha portati a compiere più di 100 tra furti e rapine in tutto il Nord Italia. La loro sbalorditiva somiglianza li rende però difficilmente perseguibili dalla giustizia italiana, per via dell’incertezza che subentra al momento di stabilire, di volta in volta, l’effettivo autore del reato.

I gemelli del crimine

Eduard ed Edmond, 33 anni, sono residenti a Castiglione dello Stiviere, in provincia di Mantova, ma sono originari dell’Albania. Operano principalmente nel Nord-Est del Paese, ma i loro atti criminali si sono spinti fino al Piemonte e alla Toscana. 4 anni fa, nel 2015, il primo processo a carico di uno dei fratelli Trushi, Eduard (fermato per eccesso di velocità), si era risolto con un nulla di fatto, aprendo di fatto il caso sulla loro presunta “intoccabilità”. Il motivo: presentatosi davanti al giudice in compagnia del gemello, non era stato possibile stabilire con esattezza chi dei due fosse il colpevole. Da allora e fino ad oggi, i due hanno così potuto continuare ad agire nella più totale impunità, assoluzione dopo assoluzione, forti di un patrimonio genetico che li rende quasi indistinguibili l’uno dall’altro.

I gemelli Lupin
I “gemelli Lupin”. Foto: TgCom24

L’ultimo colpo rimasto impunito

E così è avvenuto che anche l’ultimo processo, tenutosi la settimana scorsa a Verona, si è concluso con l’assoluzione dei “gemelli Lupin”, che sono riusciti a farsi beffe della giustizia ancora una volta. In questo caso, durante una rapina in villa tentata dai fratelli a Nogarole Rocca, nel Veronese, e sventata dal proprietario, nella fuga uno dei due malviventi perde il cappello. Dalle tracce di sudore riscontrate su di esso dal RIS emerge il nome di Eduard Trushi, il quale però si presenta ancora una volta in compagnia del fratello al cospetto della giudice Laura Donati, che si vede costretta a lasciarlo andare per insufficienza di prove. Secondo gli esperti della Scientifica, per riuscire a rilevare sensibili differenze nel codice genetico dei gemelli occorrerebbero infatti esami molto complessi che richiederebbero l’utilizzo di laboratori altamente specializzati.

Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS)
Immagine di repertorio

Il malloppo

Come spiega a Repubblica Fabio Porta, avvocato del foro di Verona nonché difensore di Eduard, “ben tre procedimenti penali pendenti si sono trasformati in altrettante assoluzioni per lo stesso motivo. Le indagini basate esclusivamente sul DNA con i fratelli Trushi non portano da nessuna parte, perché non c’è modo di determinare oltre ogni ragionevole dubbio che si tratti dell’uno o dell’altro”. Grazie a questa loro congenita caratteristica, si calcola che i due spregiudicati criminali abbiano accumulato nel tempo un “tesoretto” dal valore di circa 300mila euro. Oltre ai soldi delle rapine (che ammontano a circa 24mila euro), ne fa parte una ricca collezione di gioielli, diamanti e cinque Rolex. L’unica possibilità per incastrare i gemelli, che sino ad oggi hanno eluso anche eventuali analisi delle impronte digitali indossando sempre dei guanti, sembrerebbe essere quella di coglierli in flagrante, cosa che permetterebbe di arrestarli e poi di processarli per direttissima.

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