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Omicidio Cucchi, diffida al carabiniere testimone: “Ci stanno negando ogni diritto”

Pubblicato: 11/02/2019 17:59

A pochi giorni dall’ultima udienza per il processo Cucchi-Bis, avvenuta lo scorso 9 gennaio, arrivano nuove dichiarazioni da parte del carabiniere Riccardo Casamassima, testimone chiave che a suo tempo fece ripartire le indagini sulla morte di Cucchi e che ora denuncia di essere stato vittima di punizioni ed emarginazioni a suo dire legate con le dichiarazioni fatte all’autorità sull’omicidio.

Oggi, una nuova dichiarazione da parte sua: pare infatti che l’Arma abbia preso provvedimenti al fine di rendere arduo concedere, per il carabiniere, un’intervista sui canali Rai che si sarebbe dovuta tenere nella giornata di ieri.

Nessuna intervista domenicale

Alla base del provvedimento ci sarebbe la circolare n. 2349/91-del settembre 2017, che vincola la possibilità dei carabinieri di rilasciare dichiarazioni in merito ad attività istituzionali o comunque connesse al suo servizio. Naturalmente, le dichiarazioni di Casamassima sarebbero state legate al caso Cucchi ed al ruolo che esso ha nel processo, per cui sarebbe stato impossibile non intendere ogni sua dichiarazione, anche inerente la vita attuale della sua famiglia, come legata al servizio istituzionale. La diffida, che Casamassima pubblica su Facebook, recita: “In relazione a quanto da Lei preannunciatomi circa l’intenzione di incontrare una troupe RAI domenica 10 febbraio 2019 presso la sua abitazione, La diffido formalmente a rilasciare dichiarazioni inerenti l’attività istituzionale, oppure di natura privata connesse al servizio o alla Sua posizione di stato, se non preventivamente autorizzato”.

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Casamassima: “Mi stanno negando i diritti”

Amaro il commento di Casamassima, che ha deciso così di rinunciare all’intervista, per paura che da essa scaturissero ulteriori problemi per la sua famiglia. Per Casamassima, ora, è grande l’amarezza: “Domani io chiederò un intervento del Ministro perché qualcuno ci sta negando ogni diritto. Mi é stato detto che per ora non potrò più svolgere servizio per strada. Mi stanno negando i diritti che spettano a tutela dei figli. Mi è stato detto poiché ho richiesto nuovamente l intervento del Ministro che sarà messo parere sfavorevole per l incontro. Il Comandante Generale non mi ha ricevuto ha delegato”.