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Afragola, cibo scaduto da un mese servito a mensa ai bimbi di un asilo

Pubblicato: 13/02/2019 11:52

Non è la prima volta che accade, sulla qualità del cibo servito alle mense scolastiche si è dibattuto e si dibatte di tanto in tanto puntando l’attenzione su più focus. Talvolta si discute sulla qualità del cibo, altre volte sulla scelta del cibo, infine, come in questo caso, si deve discutere a fronte di un problema quale la distribuzione di alimenti che di norma, non dovrebbero essere posti sulle tavole. Ancora una volta, in breve tempo, nel vortice delle polemiche ci finisce l’ATI Capital-Vegezio, l’azienda incaricata di fornire il cibo alle mense di 4 scuole del Napoletano.

Cibo scaduto da un mese alla mensa dell’asilo

Ancora una volta le mense scolastiche finiscono nel mirino dell’ASL. Non si tratta però di scarsa igiene o di poca cura del prodotto servito, come è spesso capitato in passato, ma di cibo scaduto. La notizia giunge dal napoletano, precisamente da Afragola, alla mensa scolastica della scuola materna Aldo Moro. La mensa della scuola, come altre 3 della zona, viene rifornita dall’azienda ATI Capital-Vigezio, la stessa che nello scorso novembre era stata sanzionata dal Comune di Afragola a seguito di uno spiacevole accaduto. In quell’occasione la sanzione, ma non la sospensione del servizio, era giunta dopo il ritrovamento di alcune blatte nei piatti dei bambini della mensa. Questa volta però, sembra che non parlerà solamente di sanzione ma di mera sospensione: alcune maestre si sono accorte di fatto che alcune confezioni di cibo, tempestivamente prese in ostaggio prima che finissero sulla tavola della mensa, erano scadute.

mensa scolastica afragola

Tacchino scaduto: l’occhio vigile delle maestre

Nello specifico, i bambini – di età compresa tra i 3 e i 4 anni – hanno rischiato di mangiare della fesa di tacchino scaduta da oltre un mese. Ad accorgersene, come dicevamo, sono stati gli occhi attenti di alcune maestre che, in servizio durante la pausa pranzo, hanno scorto la data di scadenza sulle confezioni di fesa di tacchino che da lì a poco sarebbero dovute arrivare in casa. Come letto sull’etichetta del prodotto, l’alimento era stato confezionato il 10 ottobre del 2018 e sarebbe scaduto l’8 gennaio del 2019, dunque un mese prima che venisse servito. È stato immediatamente informato dell’accaduto il comune di Afragola che, nella persona di Cristina Acri, assessore competente, ha chiamato in causa l’ASL e gli enti competenti per i controlli. “Siamo anche noi parte lesa – ha dichiarato l’assessore – E siamo dalla parte dei bambini e della legalità, attenendoci al capitolato di una gara regolarmente vinta“.