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Omicidio Vannini: emerge una testimonianza chiave dell’ex vicina di casa

Pubblicato: 13/02/2019 10:41

La casa della famiglia Ciontoli, a Ladispoli, è una villetta quadrifamiliare in un quartiere piuttosto popolato. Quasi tutti i muri dei Ciontoli sono in comune con qualche altra famiglia e l’isolamento acustico pare sia tutt’altro che perfetto. La notte in cui è morto Marco Vannini, vicino ai Ciontoli c’erano altre persone, che dormivano o stavano per andare a letto, e qualcuno di loro ha sentito cosa è accaduto quella notte (quantomeno parzialmente) e nel corso degli anni ha cercato di farsi sentire. Così ora riemerge la testimonianza dei vicini di casa dei Ciontoli, che sulla vicenda hanno molto da dire e nonostante ciò non sono mai stati ascoltati dagli inquirenti.

Ad ascoltarli, ora, è stato il programma Le Iene con un servizio di Giulio Golia: le parole dei coniugi Luzzi e di altri vicini di casa sono tanto importanti da portare a una profonda riflessione su cosa accadde a Marco Vannini il 17 maggio 2015.

Marco gridava: “Marti, scusa”

I primi a parlare furono i Luzzi, già anni fa: una settimana dopo il fatto Maria Pezzullo, moglie di Antonio Ciontoli, andò a far loro visita alla coppia per capire, probabilmente, cosa loro sapessero ed avessero sentito. Luzzi, a insaputa di tutti, registrò quella conversazione: nella registrazione si sentono i due che chiedono spiegazioni riguardo al fatto di aver sentito Marco urlare “Scusa Martina”. In quella circostanza la Pezzullo diede delle risposte difficili da comprendere: “No, Massi, quando stava qui a terra chiedeva scusa a Massi che era quello da cui lavorava” aveva detto, senza spiegare perché un ragazzo colpito con un arma da fuoco a casa della fidanzata avrebbe avuto motivo di chiedere l’aiuto di qualcuno che neanche era lì.

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marco vannini
Marco Vannini con la fidanzata Martina

Maria Cristina, l’ex vicina

La testimonianza più forte è però quella di Maria Cristina, ex vicina dei Ciontoli: Maria Cristina parla di una famiglia non così perfetta come poteva sembrare, con un padre padrone, marito padrone, moglie schiava, lui matto, psicopatico”. Riguardo alla sera della morte di Marco, porta alla luce un dettaglio che potrebbe davvero stravolgere completamente le cose: Maria Cristina, infatti, ipotizza che Antonio Ciontoli potesse non essere presente dall’inizio a casa, ma che forse sia subentrato in un secondo momento: non c’era la sua macchina davanti a casa, dove la parcheggiava sempre, e lei non ha sentito la sua tra le voci udite mentre la famiglia Ciontoli mangiava sul terrazzo.

Il racconto del momento dello sparo è inquietante: “Ho sentito un discutere (…) e verso le 11 ho sentito prima un botto e poi un soffio…non è che ti ha fatto pensare a una pistola..poi c’è stato il silenzio, salire e scendere dalle scale interne, confusione”. Poi, conferma la versione degli altri vicini di casa: anche lei avrebbe sentito Marco urlare “Scusa Martina scusa scusa”, con lei che gli rispondeva “Basta adesso basta basta”, con tono concitato e arrabbiato. Poi, le urla atroci di Marco, dalla donna paragonate a quelle di un animale macellato, che grida fortissimo “mamma, mamma”.

Oggi, è grande il rimorso di Maria Cristina, che non è mai stata ascoltata dagli inquirenti e non ha mai potuto raccontare questa storia. Parla con amarezza di quello che è accaduto e che lei non aveva capito: “Io vorrei dire alla madre che se avessi saputo che marco stava urlando così perché stava morendo…io al pensiero che mi hanno ammazzato un ragazzo sopra casa…io c’ho un rimorso grande”.

ciontoli
La famiglia Ciontoli, Viola Giorgini e Marco Vannini
Ultimo Aggiornamento: 13/02/2019 10:51