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Serena ha la distrofia di Becker, il padre cerca un lavoro per pagare le sue cure

Pubblicato: 26/02/2019 16:15

La storia di Serena arriva dalla provincia di Napoli: 10 anni e due genitori (Abramo e Anna Zampella) che la amano, la vita di Serena è stata sconvolta 4 anni fa quando le è stata diagnosticata la distrofia muscolare di tipo Becker. Questa malattia ha messo in forte difficoltà la sua famiglia, anche dal punto di vista economico: il papà Abramo ha perso il lavoro anni fa ed ora chiede una mano, per poter aiutare sua figlia e per poter pensare al suo futuro, per quando i suoi genitori non ci saranno più. La storia di questa bambina viene raccontata anche dalla pagina Facebook Aiutiamo Serena, che dà continui aggiornamenti sul suo stato di salute.

La famiglia di Serena Zampella vive a Caivano, luogo purtroppo tristemente noto per alcuni dei casi di cronaca più atroci della storia italiana.

Cure difficili e costose

La famiglia di Serena, Anna e Abramo, è invece un contesto d’amore, infranto purtroppo da due gravi drammi, raccontati a Il Corriere della Sera: la malattia della figlia in primis, e la perdita del lavoro da parte del padre in secundis. Cinque anni fa, infatti, Abramo è stato licenziato dall’impresa edile in cui lavorava: “Da allora ho lavorato solo per pochi mesi, la nostra vita è completamente cambiata, ma io oggi ho 46 anni e mi chiedo come fare, soprattutto come farà Serena quando noi non ci saremo più”. La malattia di Serena, oltretutto, richiede cure costose: “Dal 2013 per noi è una lotta contro il tempo, in questi anni abbiamo usato i nostri risparmi”.

serena distrofia
Fonte: Facebook/Aiutiamo Serena

Un lavoro per Abramo

Ora, il suo appello è disperato: vorrebbe un lavoro, uno qualsiasi, pur di aiutare la sua famiglia. “Sarebbe importante che non fosse troppo lontano da qui” dice a Il Corriere, e continua: “Perché nostra figlia deve sottoporsi a cure continue, è seguita benissimo all’ Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II e all’ Ospedale Monaldi, se dovessimo spostarci rischia di finire “fuori lista” e di non aver accesso immediato alle terapie”.

Lottare è arduo ma non si tira indietro, Abramo: “So che è difficile – conclude – ma lo faccio grazie alla forza che mi ha trasmesso proprio Serena, è stata lei a insegnami che bisogna combattere e non arrendersi mai, come fa lei tutti i giorni”.