Pietro Dal Santo, 58 anni, barcollava ubriaco quando nel pomeriggio di venerdì 8 marzo si è messo alla guida del suo camioncino.
Chi lo aveva visto in quelle condizioni aveva subito allertato la polizia locale, che aveva tentato di fermarlo a Marostica, in Veneto. Dal Santo ha però accelerato, perdendo il controllo del mezzo e travolgendo una famiglia che mangiava un gelato su un muretto di un parco e, in particolare, un passeggino con a bordo un bimbo di 14 mesi.
L’uomo si è subito reso conto della gravità della situazione, tentando prima di fuggire e per poi essere chiuso nel veicolo dalla polizia per non essere linciato. Mentre Dal Santo è già in stato di arresto, facciamo chiarezza sui momenti precedenti alla sconvolgente tragedia di Marostica.
Chi è Pietro Dal Santo
Artigiano a Thiene, in provincia di Vicenza, Dal Santo è un volto molto conosciuto nella zona: venetista convinto, sul suo profilo Facebook è una profusione di commenti contro clandestini, comunisti e post con il leone di San Marco. Proprio dai social emerge un’altra grande passione, la birra: ci sono foto alle sagre, anche per promuovere un birrificio locale.
Ed è proprio a causa dell’alcool che Dal Santo, nel pomeriggio dell’8 marzo, ha centrato in pieno un passeggino con a bordo un bimbo di appena 14 mesi. La tragedia è avvenuta a Marostica, mentre il piccolo e la famiglia erano seduti su un muretto a mangiare un gelato. Il furgone dell’artigiano ha ferito anche la madre del bimbo, di 28 anni, trasportata a Bassano con alcune fratture. Illesi la nonna del piccolo e il fratellino di 4 anni, così come un’amica di famiglia. Stando agli ultimi aggiornamenti, il bimbo avrebbe subito l‘amputazione di una gamba.
Il papà, 30 anni, sebbene non colpito dal mezzo, si è però avventato sul furgone di Dal Santo, tempestandolo di pugni e rompendo i vetri, fuori di sé per il dramma appena avvenuto: l’uomo si è fratturato una mano ed è stato portato all’ospedale di Padova. Secondo i testimoni, l’artigiano 58enne sarebbe finito sulla famiglia tentando di fuggire dalla polizia locale, che lo aveva fermato per un controllo.
I momenti prima della tragedia raccontati dai testimoni
C’era molta preoccupazione in chi aveva visto il 58enne mettersi alla guida visibilmente ubriaco, tanto da barcollare e impiegare del tempo prima di riuscire a far partire il veicolo. Proprio per i pericoli che l’uomo avrebbe potuto creare, era stata allertata la polizia affinché lo bloccasse quanto prima. Cosa che è effettivamente accaduta: fermato dagli agenti, che gli hanno intimato di presentare patente e libretto, Dal Santo mentre fingeva di recuperare i documenti avrebbe accelerato fuggendo dal posto di blocco.
Poco dopo, la tragedia: andando dritto a una curva, l’uomo si è schiantato sulla famiglia, tentando poi di fuggire. Voleva fare retromarcia, ma non riuscendoci è sceso dall’auto per tentare di scappare a piedi.
“Lo hanno chiuso dentro in auto sennò il padre lo avrebbe ucciso, ma del resto, guardate cosa ha fatto a suo figlio“, spiega una donna al Corriere del Veneto.
Si attendono i risultati dei prelievi del sangue
Dal Santo, braccato dalla polizia sul luogo dell’incidente, nonostante uno stato visibilmente alterato e un alito che puzzava chiaramente di alcool, ha rifiutato di sottoporsi al test alcolemico. Gli agenti lo hanno così portato in ospedale a Bassano, dove l’uomo è stato sottoposto ai prelievi del sangue che sveleranno i livelli di alcool nel suo corpo.
Le accuse nei confronti dell’uomo, anche a fronte dei risultati che gli esami forniranno, sono pesantissime: la fuga dal posto di blocco, l’investimento del bimbo, il reiterato tentativo di scappare dal luogo della tragedia senza prestare soccorso, l’alcool presente nel suo corpo sono tutti elementi a cui verrà dato massimo rilievo durante le indagini.