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Condannata al carcere l’avvocatessa iraniana, volto della lotta per i diritti umani

Pubblicato: 12/03/2019 15:23

La stessa persona che nel 2012 il Parlamento Europeo aveva voluto elogiare attribuendogli il rinomato e prestigiosissimo Premio Sakharov per la libertà di pensiero, oggi la Corte di Teheran ha deciso di condannarla a 33 anni di carcere e a 148 frustate per “propaganda contro lo Stato“, “istigazione alla corruzione e alla prostituzione” nonché per “apparizioni in pubblico senza hijab“. Una condanna esemplare per la 55enne avvocatessa Nasrin Sotoudeh, una delle personalità più impegnate degli ultimi 30 anni nella lotta per i diritti umani in Iran.

In carcere l’avvocato dei diritti umani

Nasrin Sotoudeh è un’avvocatessa iraniana che da decenni combatte per il rispetto dei diritti umani nel proprio Paese. Una donna di un coraggio eccezionale che non si è mai tirata indietro quando da difendere c’erano attivisti particolarmente esposti, anche quando contro aveva il regime. Appena un anno fa, proprio Nasrin Sotoudeh aveva preso in carico, sotto la sua tutela di avvocatessa, le donne che il 29 gennaio del 2018 si tolsero pubblicamente il velo a Teheran, in segno di protesta contro il regime iraniano e contro le regole imposte alle donne come, per l’appunto, l’uso obbligatorio del velo in luogo pubblico.

Il primo arresto nel 2010

Non è la prima volta che l’avvocatessa viene arrestata: il primo episodio si verificò il 28 agosto del 2010, quando Nasrin Sotoudeh venne sorpresa nel suo ufficio dagli agenti del regime che l’arrestarono con l’accusa di propaganda e cospirazione contro il regime, rappresentando dunque, secondo il giudice, una minaccia per la sicurezza nazionale. Già all’epoca il Washington Post aveva voluto descrivere il suo arresto come una pubblica repressione nei confronti di chi difende personalità, quali politici, attivisti e giornalisti, in netta opposizione al regime. E oggi, a distanza di 9 anni, sembra che la storia si ripeta, ancora.

avvocatessa iraniana nasrin sotoudeh in aula
Nasrin Sotoudeh, l’avvocato che da decenni combatte per il rispetto dei diritti umani in Iran, oggi condannata a 38 anni di carcere e 148 frustate. Fonte/Il Fatto Quotidiano

33 anni di carcere e 148 frustate: la condanna di Teheran

La Corte rivoluzionaria di Teheran ha infatti deciso di condannare Nasrin Sotoudeh a ben 33 anni di carcere e 148 frustate. Ma questa è solamente un’aggiunta. La pena va infatti a sommarsi ad una sentenza di condanna già emessa contro di lei nel 2016 che la condannava a 5 anni di carcere sempre per cospirazione nei confronti dello Stato, e insulti ad Ali Khamenei, attuale Guida Suprema dell’Iran. Sono dunque 38 gli anni che il Tribunale di Teheran ha deciso che l’avvocatessa dovrà scontare in carcere. Una condanna esemplare: “La più dura condanna inflitta negli ultimi anni contro i difensori dei diritti umani in Iran, a riprova che le autorità – si legge su Amnesty International – Incoraggiate dalla completa impunità di cui godono i responsabili delle violazioni dei diritti umani, stanno inasprendo la repressione“.

entrata del carcere di Evin a Teheran
L’entrata del carcere di Evin nella periferia di Teheran

L’appello di Amnesty International per liberare Nasrin

Sempre sul sito di Amnesty International è già stato attivato un appello per la libertà dell’avvocatessa. “Le accuse contro di lei sono la conseguenza del suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani, inclusa la sua difesa delle donne che protestano contro l’obbligo di indossare il velo in Iran e la sua pubblica opposizione alla pena di morte“, si legge nell’appello pubblicato sul sito di Amnesty International. Su di lei quest’oggi hanno pesato sempre le medesime accuse quali “collusione contro la sicurezza nazionale“, “propaganda contro lo Stato“, “istigazione alla corruzione alla prostituzione“, in ultimo poi la condanna per essersi mostrata in pubblico senza l’hijab, il velo obbligatorio che le donne devono indossare in Iran. Al momento la Sotoudeh si trova nel carcere di Evin di Teheran – vi si trova già dal 13 giungo del 2018 – il penitenziario iraniano gestito dalla Vevak, la polizia segreta, sito nella della periferia e tra i peggiori conosciuti al mondo per le inaudite violenze che si consumano al suo interno.

L’annuncio su Facebook del marito Reza Khandan

A dare annuncio della sentenza che condanna Sotoudeh è stato il marito, Reza Khandan, sul suo profilo Facebook: “38 anni di prigione con 148 frustate sono la somma di due condanne. 5 anni di prigione per il primo processo, e 33 anni di prigione e 148 frustate per il secondo“. Anche lui, solo qualche mese fa, è stato condannato al carcere.

*immagine in evidenza: Nasrin Sotoudeh. Fonte/ Woman are force for change

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2019 11:03