Finiti i tempi in cui esportavamo Toto Cutugno e Al Bano più di parmigiano reggiano e arance rosse. Le “frontiere dell’est” mettono un altro embargo dopo quello riservato al cantante di Cellino, considerato un “uomo pericoloso”. E stavolta tocca proprio A Toto Cutugno. Sul cantante di Voglio andare a vivere in campagna si sono appena spenti i riflettori di Ora o Mai Più (è stato un protagonista assoluto per le sue liti e le sue polemiche sul regolamento), ma si sono accesi all’istante quelli della politica internazionale.
Un problema di sicurezza nazionale
Lo stop proviene da un gruppo di deputati ucraini che ha chiesto a Vasily Gritsak, capo dei servizi di sicurezza, di vietare l’ingresso in Ucraina al cantante. Le motivazioni sarebbero di stampo politico-ideologico. Secondo la frangia politica che ha richiesto il veto, il cantante avrebbe posizioni filorusse che, naturalmente, non possono coincidere con quelle ucraine. A rivelare quanto successo è stato Viktor Romanyuk, uno dei parlamentari che hanno richiesto la “mozione”, ai microfoni dell’Ansa. Romanyuk ha di fatto confermato quanto già pubblicato da una testa locale. L’ Economistua.com aveva infatti reso noto il documento inviato dai parlamentari al capo della sicurezza statale.
Il “caso Ucraina”
Quello di Toto Cutugno è il secondo episodio che incrocia musica italiana e politica ucraina (si, anche stavolta Cutugno arriva secondo). Solo pochi giorni fa anche Al Bano era stato inserito nella “lista nera” dell’Ucraina, venendo definito addirittura un terrorista, per la stessa supposta vicinanza/amicizia con il governo russo. Cutugno e Al Bano sono assai popolari in quel di Mosca e in Ucraina, il Cremlino, è praticamente un nemico giurato. Aggiungiamo poi le posizioni non proprie morbide e democratiche del governo locale ed ecco la ricetta del pasticcio. Cosa succederà ora? Dati alla mano, verrebbe da pensare al prossimo “obiettivo”: i Ricchi e Poveri.