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Bambino segregato per 3 anni dai genitori: “Non li voglio più vedere”

Pubblicato: 16/03/2019 19:56

L’ennesimo caso di maltrattamento di un bambino dai contorni decisamente crudeli. Una coppia ha tenuto segregato il figlioletto per i suoi primi 3 anni di vita, legato ad un passeggino e picchiato selvaggiamente per i pianti e le urla. Una vicenda accaduta nel 2011 e che oggi si arricchisce di dettagli importanti. A raccontarli la vittima stessa, oggi 11enne, come riporta Il Mattino.

Immagine di repertorio di carabinieri
Immagine di repertorio

Una storia drammatica, cominciata nel 2011

I fatti si sono svolti nel salernitano, circa 8 anni fa: nel febbraio 2011 la polizia fa irruzione nella casa del bambino, allertati dai vicini di casa che raccontavano di urla e rumori provenienti dall’abitazione. Le forze dell’ordine si rendono conto subito della situazione drammatica in cui versa il piccolo: sporco, costretto a cibarsi solamente di biscotti ed omogeneizzati, legato ad un passeggino e completamente traumatizzato.

Incapace di parlare, di deambulare correttamente e spaventato dalle urla e dalle violenze subite dai suoi genitori, la vittima è stata subito trasferita in una comunità per minori, e riaffidato un anno dopo ad un coppia senza figli, con la quale vive tuttora.

Le dichiarazioni del minore, a 8 anni di distanza

Le indagini, aperte dalla Procura nel 2013, continuano ad arricchirsi di dettagli scioccanti sui traumi subiti dal bambino: “Non è un papà buono, non è un papà da rispettare: mi maltrattava sempre, mi buttava a terra quando stavo nel passeggino, si ubriacava, mi picchiava e quando piangevo, mi picchiava di nuovo“, racconta il ragazzino ai magistrati. Aggiunge poi: “La moglie faceva le stesse cose che faceva lui: li odio, non li voglio vedere“. Parole forti, che testimoniano il grado di violenze che hanno segnato nell’animo un bambino inerme che, appena messo al mondo, si è trovato già messo a dura prova.

Immagine di repertorio di un bambino
Immagine di repertorio

Le nuove dichiarazioni sono state depositate nell’ambito del ricorso alla Corte di Cassazione del padre biologico del fanciullo, un imprenditore di 57enne del nocerino, conosciuto nella zona. L’uomo, infatti, non ha mai rinunciato al tentativo di riottenere la potestà del figlioletto, nonostante i continui ricorsi, compreso l’ultimo, gli abbiano sempre dato torto. La testimonianza del ragazzo, infatti, è stata giudicata “spontanea e priva di condizionamenti esterni“.

La decisione dei giudici e la situazione della madre

Confermata, quindi, la decisione di non riaffidare il minore al suo genitore biologico e di confermare il suo atttuale cognome, ereditato dalla nuova famiglia. La coppia ha acquistato, legalmente, lo status di “genitori” del ragazzo.

Nessuna notizia, invece, della madre biologica: dopo aver visto decadere la sua responsabilità genitoriale 3 anni fa, la donna è semplicemente sparita.

In evidenza: Immagine di repertorio

Ultimo Aggiornamento: 16/03/2019 19:57