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Imane Fadil temeva di essere uccisa: metalli nel sangue confermerebbero l’avvelenamento

Pubblicato: 17/03/2019 10:32

Ci sono nuovi, inquietanti risvolti sulla morte di Imane Fadil, la modella marocchina deceduta a inizio marzo a 34 anni, una delle teste chiave del processo Ruby Ter. Imane, nel periodo precedente alla sua morte aveva ammesso di avere paura, si sentiva minacciata e, quando venne ricoverata dopo forti dolori e vomito, affermò di essere stata avvelenata.

A confermare che potrebbe essere veramente andata così, i metalli trovati nel sangue della donna, su cui le indagini si stanno concentrando per capire cosa abbia davvero messo fine alla vita della modella e come sia entrata in contatto con sostanze così dannose.

L’agonia di Imane

Era il 29 gennaio scorso quando, ospite da un amico, Imane Fadil accusa forti dolori all’addome e vomito e chiede di essere portata in ospedale. I medici non si sbilanciano inizialmente, ma visto il quadro clinico della ragazza, tendono a credere che la modella sia affetta da lupus o da un tumore. Lei però non ha dubbi: qualcuno ha tentato di avvelenarla.

Imane Fadil. Foto: ANSA
Imane Fadil. Foto: ANSA

Le analisi sul sangue della Fadil le daranno ragione: i risultati ora in mano alla Procura di Milano parlano di veleno. Partono ulteriori indagini che portano sul tavolo persino sostanze usate dai servizi segreti russi. Elementi che rendono il decesso della 34enne, mancata lo scorso 1 marzo dopo una lunga agonia, decisamente macabro. Non a caso il suo corpo è ancora in attesa di ulteriori esami autoptici.

Il sangue della modella testato su 50 metalli

A occuparsi dell’autopsia della super testimone del processo Ruby Ter un team coordinato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che confessa di star concentrando le analisi proprio su quelle sostanze che nel sangue non dovrebbero esserci. Secondo la Cattaneo i sintomi indicati da Imane e dalla cartella clinica sono in linea con un possibile avvelenamento:
È stata sottoposta a numerose trasfusioni, perché il midollo spinale aveva smesso di produrre globuli rossi“, ha dichiarato l’anatomopatologa.

Proprio dieci giorni prima di morire, Imane Fadil aveva dichiarato di avere paura al fratello e ai medici. Inizialmente si pensava che la donna potesse aver assunto droghe mal tagliate, ma quando le analisi hanno escluso questo scenario, i medici, spinti dal rapido decadimento degli organi interni della modella, hanno spinto per condurre test su 50 metalli dannosissimi tra cui cromo, cobalto.

Imane era diventata “molto sospettosa”

I test confermeranno l’ipotesi della radioattività delle sostanze contenute nel sangue della Fadil, morta dopo una dolorosa agonia, proprio quando aveva dichiarato ad amici e conoscenti quanto avesse ancora da dire sulle cene eleganti organizzate a casa di Silvio Berlusconi, a cui lei avrebbe partecipato svariate volte nel 2011. Lui, però, ha affermato di non aver mai conosciuto la modella.

Imane Fadil

Proprio per questo, secondo i conoscenti nell’ultimo periodo la donna era diventata molto sospettosa: si sentiva controllata, specie da quando aveva cominciato a scrivere un libro con la sua verità.

Ultimo Aggiornamento: 17/03/2019 17:54