È stato condannato a 8 anni con rito abbreviato il giovane maestro d’asilo accusato di molestie sessuali su 26 bambini tra i 3 e i 5 anni dell’asilo Opera Nazionale Maria Montessori di Roma. Ora, successivamente alla condanna, sono emersi i casi di altre 18 presunte vittime, i cui genitori hanno deciso di sporgere denuncia.
Le toccava e poi imponeva il silenzio
Il 25enne originario dalla Tanzania era arrivato all’asilo Montessori a ottobre 2017, forte solo di un corso di inglese svolto in Thailandia e quello che almeno all’apparenza era un buon carattere. Le bimbe venivano avvicinate durante i giochi, in cui le costringeva a mettere le mani nelle sue tasche bucate e lui, a sua volta, toccava loro. Poi, si faceva promettere che non avrebbero detto niente ai genitori. Alla base delle molestie ci sarebbe stato anche il forte potere coercitivo del giovane sulle bambine, per cui riusciva a indurle a rimanere nel silenzio e a nascondere tutto ai genitori. Il primo sospetto sarebbe infatti nato nel momento in cui una delle bambine si sarebbe lasciata scappare una battuta davanti ai genitori.
Incastrato dalle telecamere
Dopo qualche mese le vittime avevano però cominciato ad esprimere disagi e cambiamenti caratteriali che avevano insospettito i genitori: dopo la denuncia erano state (come spesso in questi casi) le riprese delle telecamere installate a svelare gli abusi. Il giovane non ha mai negato: da subito ha ammesso le molestie e durante il processo ha chiesto “perdono ai piccoli, ai loro genitori ma anche alla mia compagna e a mio figlio”. Per giustificare gli abusi avrebbe detto in aula: “Ho difficoltà a gestire le relazioni intime a causa di un incidente”.
Ora, la sua situazione potrebbe peggiorare: alla procura sono arrivate altre 18 denunce da parte di altri genitori: il pubblico ministero Francesca Passaniti e il procuratore aggiunto Maria Monteleone stanno lavorando sul caso, per capire fino a dove si sono spinti gli abusi e le molestie di Jonathan Trupia.