È finita la guerra durata 5 anni contro lo Stato Islamico in Siria, come annunciato dal portavoce delle Forze democratiche siriane. I curdi hanno liberato l’ultima roccaforte del califfato a Baghuz dopo una battaglia durata mesi, durante la quale è morto anche il connazionale Lorenzo Orsetti, combattente al fianco delle forze curde.
Baghuz è caduta: è finita la guerra contro l’IS
A comunicare la notizia Mustafa Bali, portavoce della SDF, la coalizione curdo-araba sostenuta da Stati Uniti ed Europa. “In questo giorno unico commemoriamo i migliaia di martiri i cui sacrifici hanno reso questa vittoria possibile“, scrive il combattente su Twitter.
La bandiera delle forze curde sventola ora su Baghuz, l’ultima roccaforte siriana in cui i combattenti dell’IS si erano rifugiati per l’estrema resistenza.
Syrian Democratic Forces declare total elimination of so-called caliphate and %100 territorial defeat of ISIS. On this unique day, we commemorate thousands of martyrs whose efforts made the victory possible. #SDFDefeatedISIS
— Mustafa Bali (@mustefabali) March 23, 2019
Nella città sulle rive dell’Eufrate sono confluiti quattro mesi fa i combattenti dell’IS con circa 60mila donne e bambini, di diverse nazionalità, usati come scudi umani durante l’assedio delle forze curde. I soldati del califfato hanno usato tunnel nascosti e attacchi suicidi per respingere le forze guidate dai curdi, rallentanti nell’avanzata, ma alla fine i bombardamenti della coalizione sono riusciti a spingere i jihadisti fuori dai nascondigli.
La vittoria segna la perdita totale del territorio conquistato dallo Stato Islamico dal 2013.
La guerra in Siria è finita, ma l’IS rimane un pericolo
Come riporta The Guardian, almeno 6mila combattenti curdi e 2mila arabi della SDF sono morti in questi anni di guerra contro il califfato. Non si contano invece le vittime civili del conflitto, che secondo alcune stime dell’Osservatorio siriano per i diritti umani si aggirano intorno al mezzo milione di morti, mentre sono milioni i siriani sfollati.
The Caliphate is over. The Kurdish-led Syrian Democratic Forces have defeated ISIS.
9490 Kurds, Arabs and internationalists sacrificed their lives for this. We owe them a huge debt of gratitude. Thinking especially of our comrade Orso who was killed on Monday #SDFDefeatedISIS pic.twitter.com/tcFiP5dr0R
— Kurdistan Solidarity Campaign (@KurdsCampaign) March 23, 2019
Mentre si festeggia la liberazione della Siria e dell’Iraq, non si può ignorare che lo Stato Islamico rimane un nemico pericoloso.
Sono infatti moltissimi i combattenti neri scappati dalla Siria, che potrebbero essersi uniti alle cellule dormienti in Paesi come Nigeria, Afghanistan o Yemen. Secondo funzionari statunitensi, come riporta la BBC, potrebbero esserci ancora tra i 15mila e i 20mila combattenti in incognito nella regione, pronti a ricominciare l’insurrezione durante il difficile processo di ricostruzione.