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Osservatore Romano, fuga di giornaliste: “Donne messe l’una contro l’altra”

Pubblicato: 27/03/2019 13:01

Scrivanie ribaltate all’Osservatore Romano. Quasi tutta la redazione al femminile dell’inserto Donne chiesa mondo ha dato le dimissioni, per una forma di protesta ufficiale nei confronti della nuova linea editoriale improntata dal neo direttore Andrea Monda. Si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione nel quotidiano di proprietà della Santa Sede anche perché si tratterebbe di una mossa avviata dalla giornalista a capo dell’inserto, Lucetta Scaraffia, storica penna dell’Osservatore.

Monda, dal canto suo, ha replicato alle accuse con un editoriale sostenendo di non aver mai interferito con la linea editoriale della Scaraffia.

Nuovo direttore, nuove regole

Le accuse della ex guida dell’inserto arrivano con un editoriale, l’ultimo pubblicato dalla vecchia redazione e in uscita il 1 aprile. La Scaraffia, professoressa e giornalista, non avrebbe accettato il fatto che con il nuovo direttore fossero arrivate “nuove regole” lontane dai principi sui quali era fondato Donne chiesa mondo: “Il mensile era nato da una iniziativa femminile autonoma, realizzato da un gruppo di donne che si erano aggregate nel corso degli anni, ed era stato approvato e sostenuto da due papi, Benedetto XVI e Francesco”.

lucetta Scaraffia
Lucetta Scaraffia

L’arrivo di monda, racconta Scaraffia, avrebbe portato all’assunzione di nuove collaboratrici e alla concretizzazione di dinamiche che la giornalista definisce come mirate a “depotenziare “donne chiesa mondo”, avviando collaborazioni e iniziative che appaiono concorrenziali, con l’effetto di mettere le donne l’una contro l’altra invece di sollecitare confronti aperti, e dimostra così di non considerare i membri della redazione interlocutori sufficientemente “affidabili”.

infine, un commento su quello che la Scaraffia definisce essere lo scopo unico di tale virata dirigenziale: “Si torna così alla selezione delle donne che parte dall’alto, alla scelta di collaboratrici che assicurano obbedienza, e si rinuncia a ogni possibilità di aprire un vero dialogo, libero e coraggioso, fra donne che amano la Chiesa nella libertà e uomini che ne fanno parte. Si torna all’autoreferenzialità clericale e si rinuncia a quella parresia tante volte chiesta da papa Francesco, nella cui parola e nel cui magistero tanto ci riconosciamo”.

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Papa Francesco

La replica di Andrea Monda

Totalmente diversa la versione di Monda, che attraverso la Sala Stampa della Santa sede risponde: “Ho garantito alla Professoressa Scaraffia, e al gruppo di donne della redazione, la stessa totale autonomia e la stessa totale libertà che hanno caratterizzato l’inserto mensile da quando è nato, astenendomi dall’interferire in qualsiasi modo sulla fattura del supplemento mensile del giornale e limitandomi a offrire il mio doveroso contributo (nel suggerimento di temi e persone da eventualmente coinvolgere) alla libera valutazione della professoressa Scaraffia e della redazione del supplemento”.

Riguardo alle nuove assunzioni: “In nessun modo ho selezionato qualcuno, uomo o donna, con il criterio dell’obbedienza. Semmai, al contrario, evitando di interferire con il supplemento mensile, ho sollecitato nella fattura del quotidiano confronti realmente liberi, non costruiti sul meccanismo degli uni contro gli altri o dei gruppi chiusi”.

La nota del direttore