L’intenzione del Sultano dei Brunei, all’anagrafe Hassanal Bolkiah Al-Mu’izzaddin Waddaulah ibni Almarahum Sultan Omar Ali Saifuddien Sa’adul Khairi Waddien, uno dei leader politici più ricchi al mondo, era già stata annunciata al popolo nel lontano 2014. La notizia di oggi non può che dirsi una conferma che porta con sé anche una data ben precisa: dal prossimo 3 aprile, come riferisce il The Guardian, nello Stato sull’Isola del Borneo verrà attuato il nuovo codice penale che prevede la pena di morte per lapidazione e frustate per gli omosessuali e gli adulteri.
La svolta verso un Islam conservatore
Il Sultano del Brunei aveva già in mente di rinnovare in merito il codice penale già nel 2014, anno in cui per la prima volta Hassanal Bolkiah aveva annunciato l’intenzione di introdurre la legge islamica, basata sulla Shari’ah – la legge di Dio – nel Paese. Quella annunciata nel 2014, alla luce dei recenti sviluppi, può considerarsi solamente un’ulteriore passo verso quella svolta voluta dal Sultano verso un Islam conservatore. Dei 436mila abitanti, registrati nel 2016, i 2/3 sarebbero musulmani, circa dunque un buon 70%.
Pena di morte e lapidazione per omosessuali e adulteri
L’introduzione della pena di morte per lapidazione tanto per gli omosessuale che per gli adulteri va ad aggiungersi ad una lunga serie di legge comunemente descritte “draconiane” per la loro severità. Già ai tempi dell’annuncio, nel Sultanato era vietato consumare e vendere alcool, prevista una condanna per chiunque avesse figli fuori dal matrimonio e una pena per chiunque non rispettasse l’obbligo di preghiera il venerdì.
Sempre tra le leggi che diverranno realtà il prossimo 3 aprile, ci sarà anche l’amputazione – di una mano o di un piede – in caso di reato di furto. Come sottolineato dal Sultano, l’applicazione della Shar’ia riguarderà solamente i musulmani.