La solita vecchia storia, compravano voti in cambio di denaro, ognuno costava tra i 20 e i 35 euro. Ma venivano offerti anche generi alimentari e promesse di posti di lavoro. Una notizia già sentita tante volte, un problema enorme in Italia. Stavolta, il presunto voto di scambio riguarda le elezioni amministrative del 2018 a Torre del Greco, in Campania. I carabinieri hanno eseguito ieri 14 misure cautelari.
Gli indagati
Diverse sono le persone raggiunte dalle misure cautelari, tra queste, due consiglieri comunali. Uno avrebbe fatto assumere cinque persone, a tempo determinato, presso la ditta appaltatrice del servizio di nettezza urbana.
Adesso si trova agli arresti domiciliari. L’altro è accusato di favoreggiamento e rivelazione di segreto di ufficio, poiché avrebbe avvertito degli imminenti controlli delle forze dell’ordine alcune persone intente a comprare voti davanti a un seggio. Si tratta di un poliziotto e per lui è stato disposto il divieto di dimora in Campania. Nell’inchiesta figura anche il responsabile di una onlus locale, indagato per aver distribuito pacchi di generi alimentari dell’Unicef.

Voto di scambio: quando la politica compra i cittadini
Promettevano posti di lavoro previsti da un progetto regionale, distribuivano pacchi di generi alimentari e pagavano dai 20 ai 35 euro.
Ecco quanto vale il voto di ogni singolo cittadino. Questo è ciò che hanno scoperto i carabinieri di Torre del Greco, in provincia di Napoli. Un’indagine che riguarda le elezioni amministrative del 2018 e diversi reati quali: associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio elettorale, voto di scambio elettorale, attentati contro i diritti politici del cittadino, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento, detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra.

Proprio nei giorni scorsi, il 7 marzo, la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge per modificare l’articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso. Adesso, la discussione passerà al Senato per l’approvazione definitiva. La nuova norma, si legge sul sito della Camera, “punisce con la reclusione da 10 a 15 anni (stessa pena prevista per l’associazione mafiosa) l’accettazione, diretta o a mezzo di intermediari, della promessa del sostegno elettorale in cambio della erogazione di denaro, di qualunque altra utilità o della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione criminale“.

Il sindaco di Torre del Greco
Giovanni Palomba, sindaco di Torre del Greco, eletto proprio durante quelle elezioni nel giugno 2018, ha commentato la vicenda: “Io sono seduto al tavolo della trasparenza nella mia stanza a Palazzo Baronale. Sto apprendendo le notizie su vicende che non hanno nulla a che vedere con gli atti che sono stati fatti come Consiglio e come Giunta da quando io sono stato eletto fino ad oggi.
Sono tranquillo e sereno, questa amministrazione va avanti“.