È stata Jessica Mazzoli la prima a notare, a pochi giorni dalla loro convivenza nella casa del GF, la malformazione di Michael Terlizzi. L’ex di Morgan ha interrogato il figlio di Franco Terlizzi per quello strano movimento della mano.
A quel punto, in un momento di confidenza, il modello ha dichiarato di essere nato con una malformazione, che riesce a mascherare da una vita. Tuttavia, proprio quella malformazione congenita, ha impedito al giovane Terlizzi di fare cinema.
Una patologia rara
La Mazzoli, osservando Michael mentre quest’ultimo si passava il gel tra i capelli, ha notato uno strano movimento. Chiedendo al giovane spiegazioni ha scoperto un vero e proprio vaso di Pandora. Terlizzi si è abbandonato ad una lunga confidenza, durante la quale ha detto alla cantante di essere nato con una rara patologia scheletrica detta sinostosi radio ulnare. In poche parole, durante lo sviluppo embrionale, non si sarebbero saldate in modo normale l’ulna e il radio, cosa che non gli consente di ruotare l’avambraccio. Nonostante questo Michael ha imparato col tempo a camuffare questo handicap.
“Non posso ruotare il braccio” spiega Terlizzi. “Sono nato così, non ci posso fare niente. Non sono preso male, però ho sempre cercato di evitare una carriera televisiva, sempre meglio non esporsi troppo. Non si vede, nascondo bene la cosa, è 30 anni che lo faccio. Non ho mai accettato tante cose perché mi dava fastidio“.
La rinuncia al cinema
Questa condizione ha costituito per il modello figlio dell’ex pugile un enorme ostacolo. Spesso gli hanno proposto ruoli cinematografici, che Michael si è visto costretto a rifiutare.
Anche per questo l’esperienza del reality si profila per lui come un banco di prova. “Dopo che finisco qua vediamo se il botto lo farò veramente e vedremo se le braccia saranno un impedimento o no” ha detto a Jessica. “Mi hanno detto già tantissime volte di fare l’attore, ma tante tante. Mi dicono che ho la faccia da cinema. Ma come faccio? Se io devo fare un film mettiamo di guerra e devo sparare, non posso. Mentre ce ne sono tanti altri che possono farlo. Ci sono altri bei ragazzi“.