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Bologna, troppo povero per avere una tomba:i volontari si battono per Claudio

Pubblicato: 26/04/2019 15:34

Non ha avuto pace in vita e, come lo dimostrano i fatti, non l’ha nemmeno in morte. Particolarmente triste la vicenda che giunge dalla provincia di Bologna e che ha per protagonista una coppia di anziani signori divenuti, per scarsa disponibilità economica, dei clochard. Marito e moglie si sono sostenuti l’un l’altro sino alla fine, quando l’uomo è venuto a mancare senza però trovare una degna sepoltura.

La tangibile invisibilità

Enrico Paolo Raia, presidente dell’associazione Andromeda, un’associazione di volontariato attiva nella promozione dello sviluppo sociale, ha voluto così tuonare sulla triste vicenda che lo tocca da vicino a BolognaToday: “Uno scaricabarile“. Non si viene a capo di un ente, un comune si direbbe, capace di scendere in campo e cambiare il triste destino di Claudio Mazzucchi. Anziano, sposato da sempre con Daniela Zucchini, l’uomo viveva insieme all’amata ormai da anni per strada. Il triste epilogo di una deriva economica che li aveva portati a perdere la loro dimora.

18 giorni in obitorio

Abbandonati a sé stessi, la coppia nonostante anche le precarie condizioni di salute – Claudio Mazzucchi, residente a Monterenzio, malato da tempo si trovava costretto su una sedia a rotelle – non si è mai separata anche quando hanno smesso di essere visibili, rimanendo fissi nel cuore di Bologna nella loro trasparenza. L’associazione Andromeda nella figura dei suoi volontari hanno cercato fin da subito una soluzione e una dimora ai coniugi che però, l’11 marzo scorso hanno dovuto dirsi addio. Claudio Mazzucchi è venuto infatti a mancare e da quel momento, la sua esistenza sulla terra non è stata più lieve.

Nessuna tomba ma un palo in ferro e un numero

Non essendoci nessuno disposto a pagare il funerale dell’uomo, il corpo di Mazzucchi per ben 18 giorni è rimasto chiuso in una cella frigorifera, riporta BolognaToday, dopodiché sistemato a terra senza però una degna sepoltura. Non c’è una lapide, non c’è un nome né un fiore, solamente un tubo di ferro con alcune cifre sopra. “Abbiamo chiesto ad alcuni impiegati del cimitero – spiega Raia a BolognaTodayE ci è stato risposto che questo era quanto previsto dal Comune di Monterenzio, nulla di più. Davvero sconcertante. Daniela ci ha chiesto di poter portare un fiore sulla tomba del marito, ma noi non abbiamo il coraggio di portarla a una lapide senza neppure un nome scritto sopra“.