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Omicidio Vannini, Un giorno in pretura difende i Ciontoli: “Morte civile”

Pubblicato: 26/04/2019 15:47

L’attenzione mediatica riversatasi sulla famiglia Ciontoli per l’omicidio di Marco Vannini potrebbe non aver procurato solo detrattori e accuse da parte dell’opinione pubblica. C’è anche chi, pubblicamente, decide di esprimere solidarietà alla famiglia Ciontoli per tutte le conseguenze che un processo e le pesanti accuse hanno avuto sulla loro famiglia.

A parlare, in particolare, è stata Roberta Petrelluzzi, conduttrice di Un Giorno in Pretura, che su Facebook ha pubblicato un post destinato a Martina Ciontoli.

Solidarietà a Martina Ciontoli

Spesse volte gli avvocati della famiglia Ciontoli hanno fatto appelli pubblici al fine di chiedere un minore accanimento mediatico nei confronti della famiglia di Ladispoli. A quanto pare, a distanza di anni, il nucleo famigliare dei Ciontoli non vive insieme e c’è chi, come Martina, avrebbe avuto dei problemi sul posto di lavoro per via di coloro che spesso la importunavano. “I Ciontoli non possono più vivere nel loro ambiente”, aveva spiegato uno dei legali della famiglia a Fanpage.it: “Hanno dovuto sparpagliarsi in tutte le località possibili per nascondersi. Non vivono più, quindi è una pena diciamo, che non è prevista dal codice, una pena aggiuntiva”.

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Ora, la Petrelluzzi ribatte sulla questione scrivendo: “Cara Martina Ciontoli, ti vogliamo far sapere che siamo assolutamente in disaccordo con questo accanimento mediatico che, non si capisce perché, vorrebbe la vostra morte civile”. Secondo la Petrelluzzi l’accanimento mediatico sarebbe da legare ad un generico clima di odio: “È un segno dei miseri tempi che stiamo vivendo, dove l’odio e il rancore prendono il sopravvento su qualsiasi altro sentimento.”.

In ultimo la Petrelluzzi parla di “tragedia” e non di “omicidio”:“Ci auguriamo che il nostro lavoro riesca a riportare la tragedia vissuta (perché tragedia è) alle sue reali dimensioni”.

Reazioni negative dagli utenti

Non si può dire che ci siano stati molti commenti di approvazione al post. In molti, infatti, rispondono in maniera negativa. Un utente ad esempio risponde: “Vergogna! Io non auguro la morte civile a nessuno ma la continua mancanza di rispetto di questo povero ragazzo mi indigna profondamente”. Un altro chiede rispetto per i genitori di Marco: “Scriva anche due righe per i genitori di Marco. Loro si, sono morti con lui. Tra i pochi sostenitori solidali con il post c’è invece Selvaggia Lucarelli, che scrive in un commento: “Il coraggio di dire cose scomode e coraggiose, mentre gli altri invocano la forca”.

Ultimo Aggiornamento: 26/04/2019 20:15