Una sala d’attesa invasa da palloncini colorati. Aghi da stoffa per ricucire ferite di pezza. Terapie mediche a base di coccole e biscotti. Sembra l’utopico ospedale del Paese dei Balocchi, eppure è diventato realtà, anche se solo per pochi giorni. Ha avuto luogo presso l’Ospedale provinciale di Bolzano che è stato trasformato dalla 3 giorni dei TeddyDocs, iniziativa nata per avvicinare i bambini allo “spaventoso” mondo dei medici.
L’identikit dei medici dei pupazzi
Chi sono i TeddyDocs? 120 aspiranti medici dell’Università di Medicina di Innsbruck e dell’altoatesina Claudiana e studenti della facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano. Per tre giorni si sono trasformati in veri medici a disposizione di pazienti speciali: i pupazzi preferiti dei bambini di Bolzano di età compresa tra i 3 e i 7 anni. Ferite riportate durante round di gioco estremo, malanni stagionali, indigestioni di dolci: i TeddyDocs hanno prontamente curato e dimesso ogni peluche, riconsegnandolo ai giovani proprietari tra sguardi meravigliati e divertiti. Una simulazione ospedaliera giocosa e leggera, per far superare ai bambini la paura del camice bianco.

L’entusiasmo delle istituzioni di Bolzano
“Voi siete l’investimento per il futuro”, ha detto l’Assessore alla Salute Thomas Widmann ai 120 TeddyDocs durante la cerimonia di apertura. “Il vostro entusiasmo è per noi fonte di ispirazione nel cercare di fare del nostro meglio per garantire agli adulti di domani una realtà fatta di qualità e benessere”. Nemmeno Florian Zerzer, Direttore dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, ha trattenuto gli entusiasmi: ritiene l’iniziativa “una ventata di gioia e dei colori tipici dell’infanzia” in un luogo, l’ospedale, in cui “spesso si vivono situazioni di sofferenza sia fisica che psicologica”.
Il successo delle giornate di Bolzano
Come tutti i buoni medici, anche i TeddyDocs hanno avuto una considerevole fila di pazienti. Ben mille bambini tra i 3 e i 7 anni si sono presentati in ospedale con dinosauri invalidi, unicorni infermi, peluche e bambolotti. Dopo la registrazione e la coda in sala d’attesa (bisogna abituare le giovani leve anche a questo), hanno illustrato ai professionali Docs dove i pupazzi avessero la “bua”. L’occhio critico dei medici ha poi indirizzato i pazienti in chirurgia, radiologia o chirurgia, a seconda del caso, e prescritto i farmaci per una pronta guarigione. I più utilizzati? Frutta fresca, yogurt, coccole e l’intramontabile storia della buonanotte.
TeddyDocs nel mondo
Bolzano assume così il ruolo di città d’avanguardia in Italia. Sarà la latitudine nordica o la vicinanza con l’Austria, è la prima comunità ad adottare l’iniziativa TeddyDocs, importandola dal Nord Europa. Dopo un primo anno di sperimentazione, nel 2019 il progetto è stato replicato con il sostegno di istituzioni, associazioni e aziende sponsor. Dalla Germania all’Austria, dal Giappone al Regno Unito, i Teddy Bear Hospital si moltiplicano per creare un’immagine positiva del mondo ospedaliero tra i più i piccoli. In Australia quasi ogni scuola di medicina si presta all’iniziativa. Chi ha paura del dottore?