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Manduria, anziano torturato: i video circolavano da tempo in tutto il paese

Pubblicato: 30/04/2019 16:34

Antonio Cosimo Stano era stato abbandonato: il contesto sociale in cui viveva non l’ha aiutato se non alla fine, quando dopo l’ennesima aggressione i vicini hanno allertato le forze dell’ordine che sono andati a casa sua e l’hanno trovato in condizioni di stenti.

I video che ora circolano online e che mostrano la sua sofferenza e la sua disperazione (The Social Post ha deciso di non pubblicare i video per tutela della dignità della persona coinvolta) non sono degli inediti: già da moltissimo tempo i ragazzi della baby gang degli “orfanelli” li diffondevano inviandoli con il cellulare. D’altronde le violenze nei confronti de “il pazzo”, come lo chiamavano in molti, andavano avanti da anni (addirittura dal 2012), facendo cadere l’uomo in uno stato sempre più oppressivo di terrore e angoscia. Neanche i parenti di Stano sapevano cosa gli stava accadendo: lui non gliel’aveva raccontato.

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Chi riceveva i video sembrava non scomporsi e c’è addirittura chi reagiva con divertimento alle immagini di quell’uomo disperato che urlava di dolore e paura. “Perché ce l’avete con me?” chiede Antonio Stano ai suoi aguzzini. in un altro video, dopo essere stato picchiato, bastonato, frustato con dei cavi, grida chiedendo aiuto: “Polizia, carabinieri, aiuto!”. I suoi carnefici, in mezzo alla strada, ridono e lo canzonano. Gli fanno il verso, protetti dal silenzio che li circonda.

Non aveva più voglia di vivere

Pian piano, Antonio Cosimo Stano ha perso la voglia di combattere. Pensionato, dopo una vita di duro lavoro aveva sviluppato dei problemi di ansia e depressione e il fatto di non avere più l’impiego quotidiano acuiva il suo stato depressivo. Le violenze hanno dato il colpo fatale: Antonio riusciva solo più a provare paura e, dopo, neanche più quella. Il suo migliore amico, Fabio Di Noi, che lo ha assistito nell’ultimo periodo, ha raccontato a Mattino Cinque: “Gli dicevo di lottare, ma non aveva più voglia di vivere”.

Ora 8 dei 14 ragazzi indagati sono stati fermati. Su di loro, Di Noi commenta: “Io spero solo che questa brutta vicenda serve a instillare un seme di coscienza in questi ragazzi. Devono rendersi conto della gravità delle loro azioni”.

Le dichiarazioni di uno dei legali

Il Mattino riporta però le dichiarazioni del legale di uno dei ragazzi, che apre alla possibilità che i capi d’accusa cambino e si alleggeriscano: “Il capo di imputazione è provvisorio, l’ultimo episodio di percosse che si ipotizza risalirebbe a febbraio. Il decesso è avvenuto a distanza di settimane. E anche in relazione alla contestazione dello stalking, si parla di presunti episodi che sono scollegati. Non abbiamo ancora alcun elemento per valutare la fondatezza o meno di queste imputazioni”.