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Manduria, carcere per i ragazzi: famiglie incapaci di “educare e controllare”

Pubblicato: 03/05/2019 11:12

I giudici per le indagini preliminari che hanno esaminato il caso del branco degli “Orfanelli” hanno deciso: i ragazzi andranno in carcere e saranno allontanati dalle loro famiglie  che “hanno dato prova di incapacità a controllare ed educare i giovani”.

L’ordinanza dei Gip Rita Romano e Paola Morelli si sono basate, per la loro decisione, sulle deposizioni dei ragazzi che erano stati fermati lo scorso 30 aprile.

Gravi accuse per tutti quanti

I ragazzi attualmente fermati sono 6 minorenni e 2 maggiorenni: quest’ultimi sono stati trasferiti in carcere, mentre i minorenni sono al momento stati portati al carcere minorile Fornelli di Bari. Le accuse a loro carico sono di danneggiamento, sequestro di persona, violazione di domicilio e tortura aggravata.

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L’ordinanza del Gip, per quanto riguarda i due maggiorenni, parla chiaro: “La misura della custodia cautelare in carcere appare sostanzialmente adeguata alla gravità dei fatti, avendo gli indagati dimostrato notevole inclinazione alla consumazione di reati, totale inaffidabilità e completa assenza di freni inibitori”. Ha influenzato i Giudici anche il fatto che la vittima fosse un soggetto dall’equilibrio psicologico fragile, che non avesse i mezzi per difendersi e vivesse in uno stato d’isolamento.

Il ruolo delle famiglie

Per quanto riguarda le famiglie, sono state giudicate incapaci di “educare i giovani”. Era già emerso il fatto che l’insegnante di uno dei ragazzi, dopo aver visto uno dei video, avesse parlato con la madre che le avrebbe semplicemente assicurato che “il padre lo aveva messo in punizione”.

Al contempo Carlo Maria Capristo, procuratore di Taranto che si sta occupando dl caso, ha spiegato a Radio Selene di non voler parlare di “omertà” ma di “sacche di indifferenza”: “Le indagini vanno avanti – dice Capristo – e mi aspetto di individuare queste sacche di indifferenza attraverso l’ascolto di persone in loco ma anche tra chi ricopre ruoli istituzionali”. Non si parla solo di vicini e conoscenti, dunque, ma anche di persone che avrebbero potuto ricevere segnalazioni ufficiali e che potrebbero non aver agito nel modo idoneo”.