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Manduria: Antonio Stano aveva denunciato un mese prima della morte

Pubblicato: 05/05/2019 23:21

Continuano ad emergere i dettagli sul caso di Antonio Stano, il pensionato di 66 anni di Manduria, vittima di un gang di ragazzini. L’uomo è morto lo scorso 23 aprile ma, stando a quanto emerso recentemente, l’uomo aveva denunciato quanto accaduto poco più di un mese prima. Pare anche che l’uomo avesse chiesto aiuto ai vicini proprio nei giorni in cui aveva presentato la prima denuncia. Quest’ultima è stata presentata da sette vicini e dal parroco e in essa si legge che Stano era arrivato a non uscire più di casa per paura della gang.

Manduria: Antonio Stano aveva denunciato

Il 14 marzo scorso, più di un mese prima della tragica morte, Antonio Stano, il pensionato di 66 anni ucciso dalle angherie di una gang di bulli ragazzini, aveva denunciato alla polizia quanto stava subendo. Questo è quanto emerso dalle indagini e riportato da diverse testate locali che hanno reso noto gli atti relativi alla denuncia. Su tale documento si legge che, a seguito di un intervento avvenuto intorno alle 22.43, “gli operanti sul posto venivano avvicinati da Antonio Cosimo Stano, un uomo anziano che vive da solo, il quale riferiva di essere, già da diversi giorni, costantemente oggetto di vessazioni, angherie, percosse ed aggressioni ad opera di alcuni giovani ignoti”. Un altro documento, datato 5 aprile, segnala invece l’avvenuta denuncia firmata da alcuni residenti e dal parroco della chiesa di San Giovanni Bosco.

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I ragazzi allontanati dalle famiglie

Intanto i ragazzini del cosiddetto Branco degli Orfanelli, sono stati allontanati dalle loro famiglie; secondo i giudici infatti questi hanno dato “prova di incapacità di controllare ed educare i giovani”. Ad essere fermati sono state 8 persone, 6 minorenni e 2 maggiorenni, tutti accusati di danneggiamento, sequestro di persona, violazione di domicilio e tortura aggravata. Antonio Stano è morto lo scorso 23 aprile, in ospedale, dopo giorni di agonia. Per i due maggiorenni è stato confermata la misura di custodia cautelare, mentre la procura di Taranto continua le indagini.