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Omicidio Vannini, spunta il testimone: è stato Federico Ciontoli a sparare?

Pubblicato: 06/05/2019 10:13

Un nuovo testimone sconvolge di nuovo il quadro degli eventi ipotizzato da Giulio Golia e Le Iene sul caso Vannini. Finora il primo e unico individuo ad essersi preso la responsabilità dello sparo è stato Antonio Ciontoli: le dichiarazioni di un testimone, amico dell’ex comandante dei carabinieri di Ladispoli, puntano invece un faro di luce su Federico Ciontoli.

Davide Vannicola, a quanto raccontato dallo stesso, è stato per 12 anni un caro amico di Roberto Izzo. Quello di Izzo è un nome che abbiamo già sentito nel quadro delle indagini sulla morte di Marco Vannini: si tratta dell’ex comandante della caserma dei carabinieri di Ladispoli, nonché amico di Ciontoli. Vannicola dichiara di aver conosciuto Ciontoli tramite Izzo, quando una volta i due si erano recati nella sua pelletteria per commissionargli, per Ciontoli, una borsa con una fondina per la pistola.

Una telefonata misteriosa

In seguito, fu proprio quanto raccontato da Izzo a Vannicola che incrinò il loro rapporto. Izzo, a quanto racconta il suo ormai ex amico, ricevette una chiamata da Ciontoli subito dopo lo sparo a Marco, e prima delle chiamate ai soccorsi: “Il genero era nella vasca, era partito un colpo, non a lui ma a un familiare. Diceva che avevano fatto un guaio grosso. Da subito, quindi, Antonio Ciontoli non si era preso la responsabilità di aver sparato, ma aveva detto che sarebbe stato qualcun altro ad averlo fatto. di questa chiamata non vi è traccia tra le carte processuali: secondo Vannicola, era però noto a chi conosceva Izzo che lo stesso avesse due telefoni.

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Si sarebbe preso la colpa dello sparo

Dopo la chiamata, Izzo si era preso un attimo di tempo per riflettere, dopodiché, come avrebbe poi raccontato Izzo a Vannicola, aveva suggerito a Ciontoli di prendersi la colpa dello sparo, che in realtà sarebbe stato esploso da Federico Ciontoli: “Gli ho consigliato di prendersi la colpa perché dato che faceva parte dei servizi segreti, sicuramente non gli avrebbe precluso più di tanto, mentre il figlio è un ragazzo giovane…”.

Dubbi anche rispetto al fatto che mentre Ciottoli aspettava di sapere le condizioni di marco, al PIT, la figlia Martina e la ragazza di Federico, Viola, non ci fossero. Quando Vannicola aveva chiesto a Izzo a tale riguardo, Izzo avrebbe risposto: “Che ti devo dì. Sicuramente stanno a pulì casa”.

Le perizie confermerebbero questa versione

Da una parte, queste dichiarazioni spiegherebbero alcuni elementi già sorti in passato: ad esempio, ha sempre colpito il fatto che, sul corpo e sui vestiti di Federico Ciontoli, fossero presenti più particelle di polvere da sparo di quante ne siano state rilevate su Antonio Ciontoli. Il Test stub, che serve proprio a prelevare le particelle di Bario, antimonio e piombo presenti su pelle e tessuti, portarono a scoprire che su Federico Ciontoli c’erano ben 48 particelle di polvere. Secondo i dati emersi, al contrario di quello che Federico Ciontoli aveva dichiarato e continua a dichiarare, era presente in bagno al momento dello sparo.

La versione di Izzo

Dall’altra, Golia a Le Iene ha raccolto la versione di Izzo, che ha smentito le confidenze riportate da Vannicola: “Non sono io quel carabiniere amico di Ciontoli. Se poi ci sono altri carabinieri amici di Ciontoli, non lo so”. Sulla telefonata intercorsa tra lui e Ciontoli la sera dell’omicidio, Izzo dichiara invece: “È imbarazzante quello che stai dicendo. Io ho giurato davanti a un tribunale e davanti a un giudice di dire la verità. Non mi è stata contestata nessun altra telefonata prima di quella, perché non è mai esistita”.

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2019 12:58