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Milano, indagata Lara Comi: 31mila euro per una tesi scaricata online

Pubblicato: 15/05/2019 20:42

Un’altra tegola si abbatte sulla politica a meno di due settimane dalle elezioni europee. Lo scorso 7 maggio i giudici hanno disposto 43 ordinanze di custodia cautelare tra politici e imprenditori nella maxi inchiesta per associazione a delinquere aggravata dal favoreggiamento ad un’associazione di stampo mafioso. La stessa in cui è indagato Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, indagato per abuso di ufficio. Ora in un troncone dell’indagine finisce anche la candidata forzista Lara Comi. L’accusa per lei e Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, è di finanziamento illecito ai partiti.

Lara Comi indagata: 31mila euro per una tesi scaricata online

La pasionaria di Forza Italia Lara Comi è indagata per una consulenza pagata 31mila euro da parte di Marco Bonometti. La fattura sotto la lente della Procura di Milano è stata emessa lo scorso gennaio dalla Omr (Officine Meccaniche Rezzatesi) holding per la società di consulenza Premium consulting srl, di cui è socia l’eurodeputata.

Comi avrebbe incassato 31mila euro per uno studio riguardante il marketing in Europa, dal titolo Made in Italy: un brand da valorizzare e da internazionalizzare per aumentare la competitività delle piccole aziende di torrefazione di caffè. Peccato che questo sia in realtà una tesi di laurea in Economia della Luiss con la cattedra di Metodi Statistici per il Web Marketing, firmata da Antonio Apuzza e liberamente scaricabile online.

Un evento della campagna elettorale della candidata. Foto: Facebook/Lara Comi
Un evento della campagna elettorale della candidata. Foto: Facebook/Lara Comi

L’accusa di finanziamento illecito ai partiti

I pm Silvia Bonardi, Luigi Furno, Adriano Scudieri con il pa Alessandra Dolci stanno indagando sulle consulenze fornite dalla società della Comi nell’ambito dell’inchiesta su Gioacchino Caianiello. Il predecessore di Lara Comi alla guida del partito a Varese è considerato il vertice del vasto sistema di corruzione.

In particolare dalle intercettazioni i magistrati sono risaliti ad un’altra consulenza legata alla società della coordinatrice di Forza Italia. Un assegno da 38mila euro dalla Afol, Agenzia per la Formazione, Orientamento e Lavoro, che sarebbe stato una prima tranche a fronte dei previsti 80mila euro. Soldi che Comi avrebbe usato per finanziare la sua campagna elettorale.

Lara Comi nega le accuse

L’avvocato di Lara Comi, Gian Piero Biancolella, ha fatto sapere che le accuse non starebbero in piedi dato che non ci sarebbe stato motivo di usare l’espediente della consulenza per “un finanziamento del tutto lecito che potesse essere effettuato secondo le modalità previste dalla legge“.

Il presidente di Confindustria Lombardia e imprenditore Marco Bonometti avrebbe infatti dichiarato di aver finanziato in passato altre campagne elettorali senza che ciò costituisse reato. Il legale della Comi ha comunque specificato che “In ogni caso la prestazione è stata resa dalla società, nell’ambito dell’oggetto sociale della stessa e nell’ambito delle specifiche competenze“.

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2021 12:29