Vai al contenuto

Fuego ora si chiama Fibi: nuova vita per il cagnolino bruciato vivo a Sassari

Pubblicato: 17/05/2019 11:22

Il cagnolino Fuego è finalmente pronto per la sua nuova casa. Il 2 aprile scorso, a Sassari, era stato trovato in gravissime condizioni in seguito a una brutale aggressione. Qualcuno lo ha bruciato vivo e torturato, portandolo quasi alla morte. Ma per uno scricciolo come lui, tutto dolori e paura, per fortuna l’umanità non si è fermata a quell’atto bestiale. I dottori dell’Ospedale Didattico Veterinario della città sarda lo hanno guarito dopo oltre un mese di ricovero. Per le ferite del cuore ci penserà la sua nuova padrona, la donna che lo ha strappato a quell’inferno e che ha dato l’allarme.

Nuova vita per Fuego

Le ustioni del piccolo Fuego sono guarite. Il cagnolino aggredito con il fuoco a Sassari, lo scorso 2 aprile, può davvero dire “È finita”. In quella stanza dell’Ospedale Didattico Veterinario ci era arrivato in condizioni disperate, tra lo sconcerto e la rabbia di chi ha incrociato, anche solo per un istante, la sua atroce storia.

Fuego vittima del male assoluto, o più semplicemente della cattiveria umana che esiste, anche in forme incomprensibili e intollerabili. Tra le bende che proteggevano la sua pelle ferita, la vita non si è mai spenta. Questa volta l’epilogo non sarà come qualcuno, rimasto ancora nell’ombra, voleva. È iniziata una nuova vita, fatta di coccole e amore.

Il nuovo nome è Fibi

Da oggi Fuego ha un nuovo nome, scelto dalla donna che lo ha adottato. Si chiama ‘Fibi’, e la sua padrona è la prima persona a essersi occupata di lui dopo il male subito. Le richieste di adozione erano arrivate, a centinaia, da tutta Italia. Ognuno aveva un buon motivo per prendere con sé il piccolo Fuego ma alla fine ha trionfato lei, che lo ha tolto dalla strada per cercare di salvarlo.

Quello di Fuego è un piccolo, grande miracolo davanti al quale si resta senza parole. Nessuno, inizialmente, avrebbe scommesso su grandi aspettative di sopravvivenza. Invece è tutto vero: ora può correre e giocare, in un luogo sicuro e lontano dalla violenza.

Dalle indagini non sarebbe emerso alcun elemento utile a intercettare i responsabili dell’aggressione e assicurarli a una giusta condanna. Si brancola ancora nel buio, ma per Fibi è tornata la luce.

*immagine in alto: fonte/ Facebook Ospedale Didattico Veterinario Sassari, dimensioni modificate