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Novara: Leonardo picchiato a morte. Confermato il fermo per la coppia

Pubblicato: 25/05/2019 12:43

La Procura di Novara nella notte ha disposto il fermo per i la madre del piccolo Leonardo, il bimbo di 2 anni morto lo scorso giovedì per quella che ha dichiarato essere una caduta dal letto, e il suo compagno. La svolta nelle indagini è arrivata nella notte.

Fermo per la madre di Leonardo e il compagno

Il fermo è scattato nella notte per Gaia Russo, 22 anni madre del piccolo Leonardo e Nicholas Mausi, compagno della giovane. Entrambi erano già stati iscritti nel registro degli indagati; ora lui andrà in carcere, mentre per lei sono previsti gli arresti domiciliari poiché in stato interessante.

Le parole del Procuratore capo di Novara

L’annuncio durante una conferenza stampa rilasciata dal Procuratore capo di Novara Marilinda Mineccia, la quale ha anche commentato il risultato dell’autopsia spiegando come il corpo del piccolo fosse martoriato. “Presentava segni di colpi ed ecchimosi e un occhio era tumefatto”. Mineccia ha spiegato che le indagini sono ancora in corso, “per avere un quadro più completo“.

Novara, Leonardo è stato picchiato a morte

Fin dall’inzio ai medici si erano detti dubbiosi in merito alle ferite riportate dal piccolo. Non erano corrispondenti a quelle di una caduta, troppo traumatiche per quel corpicino di soli 20 mesi.

Ipotesi confermate dall’esame autoptico; shock emorragico traumatico da scoppio di una complessione violenta che ha causato la morte del bambino in meno di 30 minuti, lividi sul dorso delle mani, sulla schiena, il bacino era fratturato. Lesioni definite dal medico legale non compatibili ad una caduta. Il Procuratore capo di Novara ha dichiarato che il corpo del bambino era stato “Martoriato da lesioni multiple”.

Le parole di Musi durante l’interrogatorio con il pm

Sono trapelate in queste ore le parole pronunciate da uno dei due fermati, Nicholas Musi, il compagno 23enne della mamma di Leonardo, durante l’interrogatorio con il pm. A rivelarlo il  pm Ciro Carradore, a capo delle indagini della squadra mobile della questura di Novara. Il 23enne si è detto di avere “la coscienza pulita”.

Musi era già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali per maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni. Su di lui da mesi c’era una richiesta di sorveglianza speciale. Entrambi i fermati sono trincerati nel silenzio.

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2019 16:09