Sembra non arrestarsi la settimana nera dei capodogli siciliani. Venerdì 24 maggio infatti la carcassa in decomposizione di un esemplare di circa 6 metri galleggiava in mare a poche miglia dall’isola di Stromboli, nell’arcipelago delle Eolie. È il quinto cetaceo morto in una settimana nelle acque siciliane. Tuttavia, stavolta sembra che non sia stata la plastica a causarne la morte, ma un’infezione. Sono ancora in corso gli accertamenti. In ogni caso, i continui ritrovamenti di capodogli morti, ormai sempre più frequenti, lanciano un campanello d’allarme.
Il parere dell’esperto sugli ultimi capodogli morti
“La quantità di plastica trovata nei capodogli non può giustificare la morte.
La causa va cercata altrove: forse un’infezione o interazioni con i sonar”. È quanto ha dichiarato Carmelo Isgrò, del Museo della fauna dell’Università di Messina, su quest’ultimo ritrovamento. Carmelo Isgrò si è occupato personalmente delle necrospie sugli ultimi capodogli. Assieme a lui hanno lavorato specialisti dell’università di Padova, degli istituti zooprofilattici di Palermo e di Torino, e quelli del museo di zoologia “Doderlein” di Palermo. Secondo Isgrò quindi, la quantità di plastica rinvenuta in alcuni di essi non era “in quantità che possano giustificare la morte”.

Il quinto cetaceo in una settimana
La settimana nera dei capodogli è incominciata il 17 maggio a Cefalù, con il primo cadavere rinvenuto. I successivi sono stati trovati nei giorni seguenti a Capo Calavà nel Messinese, poi sulla costa est di Palermo ed il penultimo a poche miglia a largo di Favignana, nelle isole Egadi.
Infine, è giunta la notizia di quest’ultimo ritrovamento nelle Eolie, a 4 miglia a nord dell’isola di Stromboli.
Ormai si sente spesso, non solo sulle coste siciliane, di capodogli e balene morte con lo stomaco intasato da una grande quantità di buste, reti e oggetti di plastica. Ma quest’ultimo esemplare ritrovato nelle Eolie non sarebbe deceduto per questo motivo, quanto per cause ancora da stabilire. Gli esperti si stanno occupando di trovare le risposte mancanti quanto prima. Indipendentemente dalle cause, la situazione di questa settimana in Sicilia ha generato allarme e preoccupazione.
