La Suprema Corte entra nel dibattito sulla cannabis light, di cui il ministro Matteo Salvini ha promesso la chiusura di tutti i negozi. Secondo la Cassazione ad essere illegale è commercializzare i sottoprodotti della cannabis, come inflorescenze, olio, foglie e resina, se dotate di capacità drogante.
La Cassazione ferma il commercio dei derivati della cannabis legale
Gli ermellini a Sezioni Unite hanno diramato una questione che stava diventando un vero e proprio controsenso, a causa di sentenze contrapposte sulla vendita dei derivati della cannabis light. La procuratrice generale Maria Giuseppina Fodaroni aveva chiesto che il caso andasse alla Consulta, istanza a cui non hanno dato seguito i giudici della Cassazione.
La commercializzazione di “cannabis sativa L e, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta varietà di canapa non rientra nell’ambito di applicazione della legge n.242 del 2016 che qualifica come lecita unicamente l’attività di coltivazione di canapa” per fini terapeutici, dichiara la Cassazione. La vendita sarà concessa solamente per i prodotti “privi di efficacia drogante“, derogando ai giudici di stabilire il limite caso per caso.

La rivolta degli impiegati del settore
Dopo questa decisione non sono mancate le critiche da parte di quanti, visto che lo Stato lo permetteva, hanno deciso di investire in questa attività commerciale. Non sono pochi e generano un indotto, fanno osservare molti utenti sui social, evidenziando i problemi legati a mantenere un mercato sommerso e senza controlli. I negozi di cannabis light vendono prodotti derivati dalla pianta della cannabis, come olii, profumi, candele, semi e prodotti tessili e cartacei. La legge non è molto chiara, ma il limite permesso di THC, il principio attivo che genera effetti psicotropi, dovrebbe oscillare tra lo 0,2% e lo 0,6%.
Come ha detto Riccardo Ricci, presidente dell’Associazione Italiana Cannabis Light, a Linkiesta: “I dati forniti dall’AICAL sul valore del mercato della cannabis legale e di tutta la gamma di prodotti che da quella derivano, decine nel settore alimentare e cosmetico, indicano come giro d’affari una cifra superiore ai 40 milioni di euro per il 2018“.
Vicino ai tanti di voi che mi hanno scritto in queste settimane, e a tutti gli altri Italiani in genere, che hanno investito nei cannabis shop e che vedono sfumare i propri sforzi in una sera.
Vi abbraccio.
Spero il governo sia serio e decida di rimborsarvi.#CannabisLight
— Alessandro Masala (@ShooterHatesYou) May 30, 2019
Il plauso di Matteo Salvini
Il ministro Salvini si è detto però soddisfatto della decisione: “Siamo contro qualsiasi tipo di droga, senza se e senza ma, e a favore del divertimento sano“, ha dichiarato.
Di visione opposta Più Europa, che annuncia una battaglia legislativa con Benedetto della Vedova, da sempre sostenitore della legalizzazione.
La Cassazione ha stabilito che è reato commercializzare i prodotti derivati dalla cosiddetta #cannabislight.@FratellidItaIia chiede al Governo di dare seguito a questa sentenza e chiudere immediatamente i cannabis shop. No alla droga, senza se e senza ma.
— Giorgia Meloni ?? ن (@GiorgiaMeloni) May 30, 2019