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Anziano bruciato vivo, il figlio confessa: “Dopo la morte ho cucinato la pasta”

Pubblicato: 31/05/2019 09:34

Emergono dettagli sempre più inquietanti sul delitto di Collepasso (Lecce), protagonista un anziano di 89 anni anni, Antonio Leo, bruciato vivo in casa. Il figlio ha confessato, nel corso di un lungo interrogatorio in cui ha aggiunto importanti elementi al quadro di una dinamica che si sta via via ricomponendo. Vittorio Leo, agente immobiliare 48enne, ha ammesso di aver ucciso suo padre cospargendolo di alcol. Tutto sarebbe successo al culmine di una violenta lite poi, per rilassarsi, si sarebbe messo a cucinare.

Il figlio confessa: “Gli ho spruzzato l’alcol addosso”

È stato un lungo interrogatorio per Vittorio Leo, il 48enne arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato in provincia di Lecce. A suo carico un gravissimo quadro indiziario e la confessione fatta davanti al pm Luigi Matroianni: “Gli ho spruzzato l’alcol addosso. Poi ho visto subito il fuoco“.

Il 48enne, agente immobiliare, ha parlato di un gesto compiuto al culmine di una lite con l’anziano padre, Antonio Leo, che lo avrebbe “cacciato” di casa intorno all’ora di pranzo. Sarebbe questo ad aver scatenato la furia del figlio, che ha aggiunto nuovi particolari davanti agli inquirenti.

Stando a quanto riferito dall’indagato, la vittima sarebbe stata attinta dalle fiamme perché si trovava davanti ai fornelli accesi e lui non avrebbe fatto nulla per impedire che morisse.

L’89enne avrebbe tentato invano di spegnerle ed è morto bruciato vivo in quella casa. A causare il decesso sarebbero state proprio le ustioni, sparse su gran parte del corpo.

Dopo il delitto avrebbe cucinato

A omicidio compiuto, prima di chiamare i carabinieri e finire in manette, il 48enne avrebbe cercato un modo per stemperare la tensione accumulata: “Dopo la morte di mio padre ho prima lavato tutto il pavimento, poi ho cucinato della pasta con del ragù, non perché avessi fame ma per smorzare la tensione che avevo addosso“.

Si tratta di uno dei passaggi più agghiaccianti dell’interrogatorio fiume, in cui sono emersi anche dei particolari sul rapporto conflittuale tra i due uomini. Dietro l’accaduto, uno scenario di presunti attriti familiari che il 48enne ha provato a spiegare davanti al magistrato.

A suo dire, il padre gli avrebbe sempre mostrato il suo lato più burbero, preferendogli la sorella e manifestando una sorta di avversione nei suoi confronti. L’anziano, insegnante in pensione, non avrebbe mai perdonato al 48enne l’interruzione degli studi di ingegneria. Questo, secondo Vittorio Leo, avrebbe generato una spirale di dissapori sfociati nel terribile epilogo.