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Vibo Valentia: molestie sessuali di un prete nei confronti di una disabile

Pubblicato: 01/06/2019 12:35

Due preti della diocesi di Vibo Valentia sono indagati per tentata estorsione nei confronti di un uomo che aveva contratto con loro un grosso debito. Uno dei due avrebbe anche inviato più di tremila messaggi a sfondo sessuale alla figlia maggiorenne disabile dell’uomo. Questa non è una vicenda di abusi sessuali, è più intricata, perché a far da sfondo a tutta la storia c’è l’aggravante della modalità mafiosa utilizzata per minacciare il debitore. 

Il debito dell’uomo con i preti

I due preti indagati a Vibo Valentia sono Graziano Maccarone, segretario particolare del vescovo di Mileto, e Nicola De Luca, reggente della chiesa Madonna del Rosario di Tropea. I due ecclesiastici avrebbero prestato a un conoscente 8.950 euro. Soldi che servivano per saldare un debito contratto dall’uomo e da una delle sue figlie con una terza persona. Per evitare il pignoramento dei beni della figlia, l’uomo avrebbe chiesto aiuto ai sacerdoti. Dopo avergli prestato il denaro, Maccarone avrebbe iniziato uno scambio di messaggi a sfondo sessuale con un’altra figlia del debitore. Dalla ragazza, invalida al 100 per cento, il prete si sarebbe fatto mandare foto compromettenti e biancheria intima. Si legge su Il Fatto Quotidiano, che in un’altra occasione avrebbe provato anche ad avere un incontro fisico con la ragazza in un albergo di Pizzo, che però non è mai avvenuto. 

Cattedrale di Mileto. Immagine: Calabria Ecclesia
Cattedrale di Mileto. Immagine: Calabria Ecclesia

Cosa è successo successivamente

Tra il dicembre 2012 e il gennaio 2013, qualcosa è cambiato, secondo quanto emerge dalle indagini. I toni dei due sacerdoti sono diventati più aggressivi. Per farsi restituire la somma hanno iniziato a minacciare l’uomo. Maccarone, durante un incontro con l’uomo, avrebbe fatto riferimento ai suoi “cugini di Nicotera“, sottolineando la propria vicinanza alla famiglia di ‘ndrangheta dei Mancuso di Limbadi. Ancora, durante un altro colloquio, avrebbe specificato “il cugino mio è Luigi, il capo dei capi“. Secondo l’accusa, il segretario del vescovo di Mileto, avrebbe contattato un cugino di Nicotera, legato al boss Pantaleone Mancuso detto “Scarpuni” e avrebbe fatto recapitare, tramite De Luca, un messaggio al debitore. Una vera e propria minaccia in stile mafioso, l’uomo veniva avvisato di stare attento “che avrebbe fatto una brutta fine“. 

Procura della Repubblica di Catanzaro. Immagine: Sito Procura della Repubblica di Catanzaro
Procura della Repubblica di Catanzaro. Immagine: Sito Procura della Repubblica di Catanzaro

Il processo

Maccarone avrebbe, infine, assicurato a De Luca che il denaro sarebbe stato recuperato dai suoi cugini per “vie traverse“. L’inchiesta è stata avviata nel 2013. Adesso la Direzione distrettuale antimafia – Dda – di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio dei due ecclesiastici per tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose. La richiesta di rinvio a giudizio sarà discussa durante un’udienza, fissata il 3 ottobre prossimo, davanti al Giudice dell’udienza preliminare – Gup.