Marianna Greco era morta nella sua casa di Novoli (Lecce) il 30 novembre 2016. La 37enne era stata trovata in un lago di sangue, con 4 ferite da coltellate alla gola e delle ferite sulle mani. Al tempo, il medico legale aveva parlato di suicidio, conclusione che la famiglia aveva ritenuto poco credibile.
Ora, a anni di distanza sull’accaduto, il cadavere di Marianna Greco è stato riesumato e il 5 giugno prossimo verrà disposta un’autopsia per comprendere cosa è accaduto alla donna. Nel frattempo, il marito Emanuele Montanaro è stato iscritto al registro delle indagini per omicidio volontario.
La famiglia non ha mai creduto al suicidio
A combattere perché le indagini venissero riavviate è stata la famiglia di Marianna, che non ha mai creduto alla tesi del suicidio. La sorella gemella della donna, Giovanna Greco, ha di recente parlato a Giornale Radio Rai ed ha spiegato che Marianna non aveva né particolari motivi per suicidarsi, né di fatto l’aspetto di una persona che si era uccisa: “Non ci convince il fatto che mia sorella avesse una personalità totalmente incompatibile col suicidio e il fatto che una donna non può darsi quattro coltellate da sola alla gola.
E non può avere dei tagli da difesa alle mani”.
Molti elementi non tornano
Ad esempio, non sono mai stati trovati le lenzuola e il tappeto che era accanto al letto. Anche il cellulare di Marianna Greco è misteriosamente sparito.
Anche altri elementi hanno destato sospetti nella famiglia e, ora, alla Procura di Lecce.
Il marito Emanuele, finora, era indagato per istigazione al suicidio. Montanaro è stato interrogato di recente ed ha dichiarato che la donna si è suicidata, rigettando tutte le accuse.