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Imu e Tasi, italiani verso la stangata: aumentano le tasse sulla casa

Per i contribuenti italiani è in arrivo una stangata su Imu e Tasi, e si può dire che sarà un Natale decisamente ‘sinistro’ per i bilanci di milioni di famiglie. La nuova legge di Bilancio ha rimesso alla discrezione dei Comuni l’aumento delle aliquote, e le incertezze su quanto di andrà a pagare sono ancora tante
Primo piano monete davanti a una casa

Milioni di contribuenti italiani verso la prossima stangata: Imu e Tasi aumentano, e il saldo di dicembre rischia di lievitare in modo inaspettato gravando pesantemente sui bilanci familiari. Cosa sta succedendo? Gli aumenti delle tasse sono materia rovente nel dibattito politico interno, sabbie mobili da cui sembra davvero difficile riemergere senza raschiare il fondo dei portafogli (o dei risparmi, nella migliore delle ipotesi) dei cittadini. La prima data in agenda è quella dell’acconto delle imposte sulla casa, da versare entro il prossimo 17 giugno.

Aumenti Imu e Tasi: lo scenario attuale

La tregua fiscale sugli immobili può dirsi un ricordo del passato, perché la nuovalegge di Bilancio – dopo il congelamento degli aumenti approvato nel 2016 – ha rimesso le manovre sulle aliquote in mano ai Comuni.

Significa che Imu e Tasi aumenteranno a seconda dei ritocchi effettuati dalle singole amministrazioni locali, ma non è tutto.

Il termine per determinare le aliquote è fissato al prossimo 28 ottobre, cosa che mantiene l’acconto entro uno spettro ancora ‘sostenibile’ in virtù dell’applicazione di quanto stabilito nel 2018. In questo scenario, a parità di situazione degli immobili posseduti, sarà sufficiente pagare il 50% di quanto versato un anno fa.

Dicembre mese dei rincari

Il vero e proprio peso dei rincari si farà sentire a dicembre, quando il saldo da pagare entro il 16 rischierà di lievitare in modo sensibile. È allora che il quadro del dovuto sarà più chiaro, contestualmente al ricalcolo di Imu e Tasi sulla base delle nuove aliquote approvate dai singoli Comuni.

I conti degli italiani subiranno un nuovo colpo, e la sola boccata d’ossigeno è quella delle agevolazioni (che restano in vigore per tutto il 2019). Confermate l’esenzione totale per la prima casa (che è quella in cui il contribuente dimora abitualmente e ha residenza anagrafica, purché non rientri tra gli immobili di lusso), la riduzione al 50% per il comodato genitore-figlio e del 25% per gli immobili il cui affitto è a canone concordato.

Chi paga le imposte?

A dover pagare sono i proprietari di immobili, gli usufruttuari o chiunque abbia un diritto di abitazione e uso di seconde case (anche affittate o sfitte). L’abitazione principale (esente se non di lusso) indica l’immobile ad uso abitativo incluso nel gruppo catastale A.

In caso di unità immobiliare locata o in comodato per oltre 6 mesi all’anno (purché non adibita ad abitazione principale), chi la occupa deve pagare tra il 10% e il 30% del totale della Tasi.

Il residuo è a carico del proprietario.

L’Imu si applica anche ai terreni agricoli (che sono esenti dalla Tasi) indipendentemente dal loro stato (sono compresi anche quelli incolti). In questa categoria non ricadono i terreni agricoli situati nei Comuni montani o collinari (che risultano, quindi, esenti dall’imposta).

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